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PITTORI: Mazzola Francesco

Mazzola Francesco: Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo

Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e Michele Arcangelo

 

 

MAZZOLA FRANCESCO

1527-1530

Bologna, Pinacoteca Nazionale

 

Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo

 

 

 

La tela che raffigura la Madonna con il Bambino nel grembo, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo è una pala d'altare, che in origine si trovava nella chiesa del Convento di santa Margherita a Bologna. Attualmente è conservata sempre a Bologna, nella Pinacoteca Nazionale.

Vasari nel 1550 ricorda che il Parmigianino dipinse per le monache di Santa Margherita a Bologna "in una tavola una Nostra Donna, Santa Margherita, San Petronio, San Girolamo e San Michele". Il dipinto venne assai apprezzato dal Lamo (r56o) e ancora nel Cinquecento dallo Zanti (1583) che lo giudicava "cosa fra le rare stimata rarissima".

Il Malvasia nel 1686 ne indicava i committenti nella famiglia Giusti. Secondo quanto riportato dallo Scaramuccia (1674), era questo uno dei quadri preferiti da Guido Reni.

Dipinta con la tecnica a olio su tavola l'opera misura cm 222x147 ed appartiene alla fase giovanile del Parmigianino quando abbandonata Roma, si trasferisce nella città felsinea.

Agostino è stato raffigurato sulla sinistra a fianco della Vergine con uno sguardo attento e severo che si rivolge verso il Bambino che è preso dall'abbraccio di santa Margherita che sta in ginocchio ai suoi piedi. Il santo indossa gli abiti episcopali, porta in testa la mitra ed ha un viso di persona anziana con una foltissima barba che gli scende dal viso sul petto.

L'opera, capolavoro del soggiorno bolognese, costituisce il punto di riferimento obbligato per tutte le pitture eseguite dal Parmigianino nella città felsinea. Le figure eleganti, costruire con segni veloci e toni cromatici scarlatti o da sottobosco, saranno prese a modello da tutta la generazione dei manieristi bolognesi.

 

 

Francesco Mazzola detto il Parmigianino

La famiglia Mazzola, originaria di Pontremoli, si era trasferita a Parma fin dal 1305 e aveva praticato il commercio e l'artigianato. Francesco nacque nella vicinia di San Paolo a Parma, l'11 gennaio 1503, dal pittore Filippo Mazzola e, come si ricava da altri documenti, una certa Donatella Abbati, ottavo di nove figli. Anche gli zii Pier Ilario e Michele erano pittori e, alla morte di Filippo, avvenuta al dire di Vasari nel 1505 per un'epidemia di peste, si presero cura di Francesco per avviarlo allo studio del disegno e della pittura.

Nel 1522 compie la sua formazione a diretto contatto con Correggio, con il quale lavora affrescando tre cappelle in San Giovanni Evangelista, chiesa dove il più maturo maestro sta attendendo alla decorazione della cupola. Giunto nel 1524 a Roma si inserì rapidamente nella cultura raffaellesca e michelangiolesca fino a giungere a risultati di un antinaturalismo tutto intellettuale, basato su forme ovali, allungate, raggelate dai freddi toni cangianti del colore. Parmigianino fu una figura tra le più originali del manierismo italiano.

Fuggito da Roma saccheggiata dai Lanzichenecchi nel 1527 e trasferitosi a Bologna, si dedica ad una intensa produzione di pale d'altare e quadri di destinazione privata. A Parma dal maggio 1531, l'artista riceve il prestigioso incarico di affrescare la chiesa francescana della Steccata ma, dopo un inizio fecondo di idee, manifesta un progressivo disinteresse. Le ultime opere (Madonna dal collo lungo, Cupido che fabbrica l'arco, Antea) si segnalano per la suprema, aristocratica perfezione, per l'astrazione formale, per la complessità intellettuale delle interpretazioni iconografiche. Il 24 agosto 1540 muore in Casalmaggiore (Cremona) a soli 37 anni.