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PITTORI: Mazzola Francesco

Mazzola Francesco: Studio per Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo

Studio per Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e Michele Arcangelo

 

 

MAZZOLA FRANCESCO

1529-1530

New York, Metropolitan Museum of Art

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Il disegno qui raffigurato è uno studio che il Parmigianino eseguì per la realizzazione di una sua celebre opera, la pala cioè che raffigura la Madonna con il Bambino nel grembo, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo. Questa pala fu realizzata per la chiesa del Convento di santa Margherita a Bologna.

Durante la permanenza di Carlo V a Bologna, tra l'autunno del 1529 e il mese di marzo del 1530, al Parmigianino venne affidata la decorazione della cappella di san Maurizio in san Petronio. Parmigianino tuttavia non realizzò mai questo lavoro pittorico: in quel tempo invece si colloca la realizzazione del Ritratto allegorico dell'imperatore Carlo V e una Madonna abbozzata che verrà acquistata da Vasari. Al volgere di questo soggiorno bolognese parmigianino realizzò la Madonna per il convento di santa Margherita di cui il mezzobusto di Agostino raffigura un elemento di studio piuttosto importante.

L'opera, capolavoro del soggiorno bolognese, costituisce il punto di riferimento obbligato per tutte le pitture eseguite dal Parmigianino nella città felsinea. Le figure eleganti, costruire con segni veloci e toni cromatici scarlatti o da sottobosco, saranno prese a modello da tutta la generazione dei manieristi bolognesi.

 

 

Francesco Mazzola detto il Parmigianino

La famiglia Mazzola, originaria di Pontremoli, si era trasferita a Parma fin dal 1305 e aveva praticato il commercio e l'artigianato. Francesco nacque nella vicinia di San Paolo a Parma, l'11 gennaio 1503, dal pittore Filippo Mazzola e, come si ricava da altri documenti, una certa Donatella Abbati, ottavo di nove figli. Anche gli zii Pier Ilario e Michele erano pittori e, alla morte di Filippo, avvenuta al dire di Vasari nel 1505 per un'epidemia di peste, si presero cura di Francesco per avviarlo allo studio del disegno e della pittura.

Nel 1522 compie la sua formazione a diretto contatto con Correggio, con il quale lavora affrescando tre cappelle in San Giovanni Evangelista, chiesa dove il più maturo maestro sta attendendo alla decorazione della cupola. Giunto nel 1524 a Roma si inserì rapidamente nella cultura raffaellesca e michelangiolesca fino a giungere a risultati di un antinaturalismo tutto intellettuale, basato su forme ovali, allungate, raggelate dai freddi toni cangianti del colore. Parmigianino fu una figura tra le più originali del manierismo italiano.

Fuggito da Roma saccheggiata dai Lanzichenecchi nel 1527 e trasferitosi a Bologna, si dedica ad una intensa produzione di pale d'altare e quadri di destinazione privata. A Parma dal maggio 1531, l'artista riceve il prestigioso incarico di affrescare la chiesa francescana della Steccata ma, dopo un inizio fecondo di idee, manifesta un progressivo disinteresse. Le ultime opere (Madonna dal collo lungo, Cupido che fabbrica l'arco, Antea) si segnalano per la suprema, aristocratica perfezione, per l'astrazione formale, per la complessità intellettuale delle interpretazioni iconografiche. Il 24 agosto 1540 muore in Casalmaggiore (Cremona) a soli 37 anni.