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PITTORI: Pagani Vincenzo

Agostino con i santi Ubaldo e Tommaso Becket

Agostino con i santi Ubaldo e Tommaso Becket

 

 

PAGANI VINCENZO

1520-1530

Fermo, chiesa di santa Caterina

 

Agostino con i santi Ubaldo e Tommaso Becket

 

 

 

Sulle pareti della prima a destra della chiesa di santa Caterina a fermo è possibile osservare un affresco votivo dove sono raffigurati i santi Agostino, Tommaso Becket ed Ubaldo, vescovo di Gubbio. L'opera attribuita talora ad Antonio Salario, in realtà sembrerebbe sia stata realizzata da Vincenzo Pagani. L'altare di questa cappella era nominata, come riportano gli scritti di un inventario del 1727, come cappella di San Tomaso dell'Osso, poiché l'effigie del santo dipinta nel muro veniva invocata contro le malattie ossee.

 

La chiesa di santa Caterina, uno dei simboli della Contrada Pila, fu edificata nel 1226, come si legge da una Bolla di Ugone Vescono di Fermo che la attribuisce alla devozione di una donna chiamata Costantina.

In origine era annessa ad un monastero di monache benedettine che, nel 1463, cacciato Francesco Sforza, venne ceduta ai Canonici Regolari Lateranensi, che ristrutturarono l'edifico secondo il decreto della Cernita del 2 Aprile 1475.

L'intervento introdusse caratteri in stile gotico e fu realizzato dal Magister Ioannes Brentius. Il coro a finto intarsio fu eseguito nel 1530 e reca al centro dello stallo l'immagine di santa Caterina. Con le soppressioni napoleoniche del 1810, la chiesa venne chiusa e solo nel 1838 passò ai frati Ospitalieri di San Giovanni che la riaprirono al culto nel 1867 grazie all'opera di alcuni devoti.

In quello stesso anno la chiesa venne ceduta dal municipio al parroco della chiesa dei SS. Cosma e Damiano che la ristrutturò con gli arredi della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, demolita per fare spazio a una strada che si stava costruendo. L'interno della chiesa è stato ristrutturato nel corso del XX secolo.

La chiesa è legata all'intervento miracoloso di santa Caterina, che indusse il popolo fermano a ribellarsi contro la famiglia Sforza con una precessione che partì nei pressi della chiesa. Grazie a questo gesto la liberazione venne ottenuta nel 1463, come ricorda la lapide situata alla destra dell'ingresso: "Sfortia tyramno catharinae presidio a Firmansi repulso".

Della chiesa realizzata dall'architetto Giovanni Brenzio, rimane solo la facciata tipicamente quattrocentesca a due ordini con il rosone centinato. Il resto dell'edificio fu ristrutturato nel 1868 da Giovanni Battista Carducci, mediante una sopraelevazione in stile rinascimentale e la costruzione del fonte battesimale.

L'interno a croce latina a navata unica presenta sei cappelle laterali. Nella seconda cappella a sinistra, si trova un crocefisso, raffigurato a testa china in legno policromo opera di Angelantionio Pazzagli di Fossonbrone agli inizi del Settecento. Sull'altare della terza cappella una pittura murale a tempera di Pagani costituisce la pala d'altare. Nel 1869 il fermano Giacomo Cordella realizzò i dipinti sulla crociera.

 

Vincenzo Pagani (Monterubbiano, 1490-1568)

Formatosi nella bottega del padre Giovanni, nelle prime opere l'artista, in cui alle suggestioni crivellesche si uniscono le novità della pittura umbra, si rifà allo stile di Crivelli. Dal 1520 l'artista guarderà alla pittura veneta, conosciuta attraverso Antonio Solario, allora a Fermo, e attraverso Lorenzo Lotto che lavorava a Recanati. Di questa fase sono la Madonna e quattro santi (Moresco) e le pale di San Ginesio (1533-38 circa: Pinacoteca Comunale) e Ascoli Piceno (chiesa di Sant'Agostino).