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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Pietro PeruginoPITTORI: Pietro Perugino
Sant'Agostino vescovo
PIETRO PERUGINO
1480-1500
Berlino, Museo di Stato
Sant'Agostino vescovo in trono
Il disegno che raffigura sant'Agostino è attribuito a Pietro Perugino che lo realizzò verso il 1480-1500. Attualmente è conservato a Berlino nel Museo di Stato età prussiana Beni Culturali della Fondazione, alla Sezione Disegni e Stampe - Raccolta di Stampe e Disegni.
L'opera ricorda da vicino una analoga raffigurazione di Agostino datato 1498 in un quadro conservato a Perugia, alla Galleria Nazionale dell'Umbria.
Il disegno è a penna con inchiostro marrone, carta, lavorato ad acqua e pennello (la penna nera e pennello e acquerello marrone, su due fogli compositi riconnessi). Largo 42,1 x 24,9 cm presenta una piega verticale, una macchia d'inchiostro, lacerazioni minori e un'iscrizione: Pietro Perugino.
L'opera è pervenuta al Museo di Stato di Berlino da una collezione privata nel 1902 nella sezione Beni Culturali della Fondazione, Disegni e Stampe - raccolta di disegni e stampe. Il santo appare in questa raffigurazione con un atteggiamento dinamico, seduto su una seggiola con le braccia alzate e aperte: la mano destra è in atto di benedire, mentre con la sinistra impugna un bastone per appoggiarsi.
Indossa degli abiti che ricordano il saio degli eremitani agostiniani ed ha un aspetto di persona matura negli anni, con una folta barba sul mento a dividersi in due fiocchi. In testa porta la mitra che è circondato dal nimbo della santità.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6