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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Semino OttavioPITTORI: Semino Ottavio
Agostino e il bambino sulla spiaggia
OTTAVIO SEMINO
1550-1570
Genova, chiesa di San Francesco da Paola
Agostino e il bambino sulla spiaggia
Nella prima cappella a sinistra, lungo la parete laterale della chiesa di san Francesco da Paola a Genova, si può osservare questo quadro che raffigura sant'Agostino eche viene attribuito al pittore Ottavio Semino. L'opera è stata introdotto nel santuario in un'epoca successiva alla sua realizzazione forse perché proviene da un convento o da qualche privato.
Il dipinto raffigura Agostino che sta conversando con il Bambino sul mistero della Trinità: l'opera probabilmente può essere identificata con la pala commissionata al padre Antonio nel 1550 per la cappella Centurione nella chiesa di S. Maria degli Angeli in Promontorio, oggi perduta. L'opera palesa nella freschezza del segno pittorico e nella scelta della tavolozza cromatica forti richiami allo stile del padre Antonio e del fratello Andrea.
La scena è dominata dalla figura di Agostino ritto in piedi avvolto dal suo elegante piviale rosso che volge il suo sguardo verso il basso in direzione del bambino che gioca sulla spiaggia con un cucchiaio e una buca. Il santo porta in testa una mitra impreziosita da alcune gemme e regge un robusto bastone pastorale con la mano destra. Il volto, che esprime meraviglia, rivela un Agostino anziano con una foltissima barba bianca. Sopra il piviale si vede la cocolla nera dei monaci eremitani, il che fa pensare ad una committenza di un monastero di questo ordine che segue la regola agostiniana. Lo sfondo è ricchissimo di immagini e si apre ad un orizzonte lontano popolato di insenature, monti, villaggi sparsi e barche che navigano negli specchi d'acqua fra una insenatura e l'altra.
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo.
Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino.
La chiesa di san Francesco da Paola, intitolata anche a Gesù e Maria, fu edificata verso la fine del Quattrocento su un'area acquisita nel 1487 dal nobile Ludovico Centurione con la finalità di costruirvi un convento per i Padri Minimi, il movimento religioso fondato da san Francesco da Paola. Una tradizione locale afferma che sarebbe stato lo stesso santo, di passaggio a Genova nel 1483, ad indicare nel colle il luogo dove edificare una chiesa da dedicare a Gesù e Maria. La chiesa fu completamente ristrutturata nella forma attuale nel corso del Seicento, grazie all'interessamento e ai finanziamenti di Veronica Spinola, principessa di Molfetta. Nell'Ottocento l'annesso convento fu espropriato dal governo sabaudo.
L'interno, che si presenta a tre navate sormontate da quattordici colonne, presenta dieci altari che occupano interamente lo spazio delle due navate laterali. lo spazio interno è riccamente decorato, grazie ai contributi di famiglie nobili quali Doria, Balbi e Spinola.
Semino Ottavio
Ottavio Semino (Genova, 1530 circa - Milano, 1604) era figlio di Antonio Semino e fratello di Andrea Semino. Artisticamente si formò a Genova, studiando i primi esempi locali del manierismo introdotti da Perin del Vaga a Palazzo Doria. Negli anni sessanta, in un anno imprecisato,Semino si recò a Milano per affrescare il salone di Palazzo Marino, da poco costruito da Galeazzo Alessi su commissione di un suo conterraneo, il banchiere Tommaso. In questa occasione dipinse anche il Concilio degli Dei che fu distrutto nel corso della II guerra mondiale. A Milano conobbe e apprezzò Giovan Paolo Lomazzo aderendo alla sua bizzarra Accademia dei Facchini della Val di Blenio. Nel 1567 decorò il refettorio e la controfacciata (quest'ultimo affresco fu rifatto nel XVII secolo) della Certosa di Pavia. Dopo un lungo soggiorno a Genova che gli consentì di lavorare a vari cicli di affreschi, tra cui a Palazzo Spinola e Palazzo Lomellino, nel 1571 rientrò a Milano per affrescare una cappella della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, la cappella Brasca a Sant'Angelo, una cappella a Santa Maria delle Grazie e una a San Marco. A Milano si spense nel 1604.