Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Robusti Jacopo

PITTORI: Robusti Jacopo

San Giovanni Battista, sant'Agostino, san Giovanni Evangelista e san Gregorio Magno presentano il doge Alvise Mocenigo al Redentore

San Giovanni Battista, sant'Agostino, san Giovanni Evangelista e san Gregorio Magno

presentano il doge Alvise Mocenigo al Redentore

 

 

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO

1570-1575

New York, Metropolitan Museum of Art

 

I santi Giovanni Battista, Agostino, Giovanni Evangelista e Gregorio Magno presentano il doge Alvise Mocenigo al Redentore

 

 

 

Il dipinto di Tintoretto esposto a New York al Metropolitan Museum of ArtI presenta un soggetto celebrativo al cui centro sta la figura del doge veneziano Alvise Mocenigo, inginocchiato di fronte al Cristo Redentore. Alla sua destra alcuni santi, fra cui sono riconoscibili San Giovanni Battista, sant'Agostino, san Giovanni Evangelista e san Gregorio Magno fanno da supporto alla sua presentazione al Redentore. Dipinto con la nuova tecnica dei teleri, l'opera misura cm 97,2 in altezza e 198.1 in larghezza. la scena si svolge all'interno di un ambiente chiuso che presenta ampie aperture verso l'esterno dove si vede aprirsi un grande orizzonte marino, simbolo della potenza di Venezia che il Doge in qualche modo incarna.

 

 

Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594)

E' uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del rinascimento italiano. Il soprannome di "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.

Nel 1547 Tintoretto si trasferì nella parrocchia di Santa Maria dell'Orto: qui iniziò una collaborazione con i canonici di San Giorgio in Alga, responsabili della chiesa, che avevano intenzione di rinnovarla. Realizzò così diverse opere, che vanno dalla decorazione dell'organo con la Presentazione di Maria al Tempio, alla Cappella Contarini, ultimata nel 1563. Nel 1550 sposò Faustina Episcopi, da cui ebbe 8 figli: Marietta, la primogenita, fu l'unica ad avere abbastanza talento da poter seguire le orme del padre. Già a 16 anni era richiesta come ritrattista da committenti di una certa importanza. Tintoretto la diede in moglie all'orefice veneziano Marco Augusta. I rapporti con la Scuola grande di San Marco continuano fino al 1566 circa, con l'esecuzione di altre tre tele raffiguranti miracoli postumi del santo: San Marco salva un saraceno durante un naufragio, Trafugamento del corpo di San Marco e Ritrovamento del corpo di San Marco.

Conclusi per il momento i rapporti con la Scuola Grande di San Marco, il pittore ottenne un incarico importante per l'Albergo della Scuola della Trinità, una confraternita minore: l'edificio si trovava dove ora sorge la chiesa di Santa Maria della Salute. Per l'Albergo della Scuola, tra il 1551 e il 1552, eseguì un ciclo di dipinti ispirati alle storie della Genesi. Una delle maggiori fonti di entrate per la bottega di Tintoretto era costituita dai ritratti, nonostante la grande concorrenza che doveva affrontare a Venezia, in particolare quella di Tiziano: sembra che in questo particolare settore l'artista si facesse aiutare dai figli Marietta e Domenico, e che la bravura della figlia al tempo fosse ben nota. La ritrattistica era un ottimo modo di farsi conoscere presso le alte sfere ed ottenere così incarichi importanti.

Nella seconda metà del secolo Tintoretto si dedicò a commissioni impegnative, in particolare cicli decorativi per chiese, scuole e per Palazzo Ducale: in queste opere, l'artista "approfondisce la componente dinamica delle composizioni", ricorrendo a scorci e prospettive che esaltano il dinamismo delle scene illustrate.

Pur ancora impegnato con la Scuola di San Rocco, Tintoretto accettò di lavorare alla ricostruzione di Palazzo Ducale, a cominciare dal soffitto della Sala delle Quattro Porte, con gli affreschi negli scomparti ideati da Francesco Sansovino: le decorazioni hanno per tema la personificazione di Venezia e i suoi domini di terraferma. Ad oltre 70 anni, nello stesso anno della morte, Tintoretto ebbe ancora la forza di dedicarsi a due grandi opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore, gli Ebrei nel deserto rifiutano la manna e un'Ultima cena: ancora per San Giorgio, eseguì la Deposizione nel sepolcro, che si può collocare tra il 1592, data di costruzione della cappella dei morti, e il 1594, data del pagamento. Dopo una febbre di due settimane, Tintoretto morì il 31 maggio 1594 e venne sepolto, dopo tre giorni, nella chiesa della Madonna dell'Orto, nella cripta della famiglia Episcopi.