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PITTORI: Jacopo Robusti

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO

1575-1590

Venezia, chiesa di San Francesco della Vigna

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questo straordinario dipinto di Agostino è opera di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, che lo realizzò fra il 1575 e il 1590 circa per la chiesa di san Francesco della Vigna a Venezia. Il santo vi è raffigurato a figura intera nella sua dignità episcopale. In testa porta una sontuosa mitra, mentre con la mano destra regge un poderoso bastone pastorale. La mano sinistra regge un libro accuratamente chiuso. Il portamento elegante e austero, il volto espressivo e lo sguardo penetrante, fanno di quest'opera un vero capolavoro. Tintoretto ha inserito Agostino in una nicchia, riuscendo a dare maggiore profondità alla stessa immagine.

 

La chiesa di san Francesco della Vigna sorge in Campo San Francesco della Vigna, nel sestiere di Castello. Fu costruita per i francescani su progetto di Jacopo Sansovino nel 1534 e venne completata vent'anni dopo. Nel 1564 fu affidata ad Andrea Palladio la costruzione della grandiosa facciata, che fanno di questa chiesa una delle maggiori architetture del Rinascimento veneziano.

La parrocchia di San Francesco della Vigna venne istituita nel 1810 unendo le vicine parrocchie di S. Giustina, S. Tèrnita e S. Antonino. Il suo titolo ricorda che in origine il luogo in cui sorge era coltivato a vigneti appartenenti alla famiglia Ziani. Nelle vicinanze dei vigneti sorgeva una piccola chiesa dedicata a san Marco: secondo una tradizione dell'epoca, questo era ritenuto il luogo dove si era rifugiato l'evangelista durante una tempesta. Qui gli era apparso un angelo salutandolo con le parole Pax tibi Marce Evangelista meus, che diventerà il motto della Serenissima. Lo stesso angelo gli avrebbe annunciato la futura fondazione di Venezia. Alla morte di Marco Ziani conte d'Arbe, figlio del doge Pietro Ziani, il suo testamento datato 1253 disponeva che i vigneti, la chiesa ed alcune botteghe fossero lasciati o ai frati minori, o ai frati predicatori oppure ai cistercensi. Prevalsero i minori osservanti che si stabilirono sul posto. Aumentando il loro numero fu necessario ampliare il convento ed erigere una nuova chiesa su disegno di Marino da Pisa, lasciando intatta la vecchia cappella dedicata a san Marco. Nel Cinquecento, nuove esigenze e i timori di un crollo imposero la ricostruzione della chiesa su disegno di Sansovino. La chiesa venne consacrata nel 1582 da Giulio Superchio, vescovo di Caorle.

 

 

Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594)

E' uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del rinascimento italiano. Il soprannome di "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.

Nel 1547 Tintoretto si trasferì nella parrocchia di Santa Maria dell'Orto: qui iniziò una collaborazione con i canonici di San Giorgio in Alga, responsabili della chiesa, che avevano intenzione di rinnovarla. Realizzò così diverse opere, che vanno dalla decorazione dell'organo con la Presentazione di Maria al Tempio, alla Cappella Contarini, ultimata nel 1563. Nel 1550 sposò Faustina Episcopi, da cui ebbe 8 figli: Marietta, la primogenita, fu l'unica ad avere abbastanza talento da poter seguire le orme del padre. Già a 16 anni era richiesta come ritrattista da committenti di una certa importanza. Tintoretto la diede in moglie all'orefice veneziano Marco Augusta. I rapporti con la Scuola grande di San Marco continuano fino al 1566 circa, con l'esecuzione di altre tre tele raffiguranti miracoli postumi del santo: San Marco salva un saraceno durante un naufragio, Trafugamento del corpo di San Marco e Ritrovamento del corpo di San Marco.

Conclusi per il momento i rapporti con la Scuola Grande di San Marco, il pittore ottenne un incarico importante per l'Albergo della Scuola della Trinità, una confraternita minore: l'edificio si trovava dove ora sorge la chiesa di Santa Maria della Salute. Per l'Albergo della Scuola, tra il 1551 e il 1552, eseguì un ciclo di dipinti ispirati alle storie della Genesi. Una delle maggiori fonti di entrate per la bottega di Tintoretto era costituita dai ritratti, nonostante la grande concorrenza che doveva affrontare a Venezia, in particolare quella di Tiziano: sembra che in questo particolare settore l'artista si facesse aiutare dai figli Marietta e Domenico, e che la bravura della figlia al tempo fosse ben nota. La ritrattistica era un ottimo modo di farsi conoscere presso le alte sfere ed ottenere così incarichi importanti.

Nella seconda metà del secolo Tintoretto si dedicò a commissioni impegnative, in particolare cicli decorativi per chiese, scuole e per Palazzo Ducale: in queste opere, l'artista "approfondisce la componente dinamica delle composizioni", ricorrendo a scorci e prospettive che esaltano il dinamismo delle scene illustrate.

Pur ancora impegnato con la Scuola di San Rocco, Tintoretto accettò di lavorare alla ricostruzione di Palazzo Ducale, a cominciare dal soffitto della Sala delle Quattro Porte, con gli affreschi negli scomparti ideati da Francesco Sansovino: le decorazioni hanno per tema la personificazione di Venezia e i suoi domini di terraferma. Ad oltre 70 anni, nello stesso anno della morte, Tintoretto ebbe ancora la forza di dedicarsi a due grandi opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore, gli Ebrei nel deserto rifiutano la manna e un'Ultima cena: ancora per San Giorgio, eseguì la Deposizione nel sepolcro, che si può collocare tra il 1592, data di costruzione della cappella dei morti, e il 1594, data del pagamento. Dopo una febbre di due settimane, Tintoretto morì il 31 maggio 1594 e venne sepolto, dopo tre giorni, nella chiesa della Madonna dell'Orto, nella cripta della famiglia Episcopi.