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PITTORI: Barba Juan

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa di Juan Barba a Marcilla

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

BARBA JUAN

1961-1965

Marcilla, chiesa del convento dei Recolletti

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa raffigurazione che ci illustra un sant'Agostino seduto in trono si trova nella chiesa del convento dei padri agostiniani Recolletti a Marcilla. L'opera delle dimensioni di 280x142 cm è stata dipinta da Juan Barba su tela ad olio.

Conosciamo il bozzetto preparatorio del quadro.

Il santo tiene nella mano destra una penna, simbolo della sua stupefacente capacità di scrivere a favore della Chiesa cattolica. Con la mano sinistra tiene fermo un grande libro aperto. Ai suoi piedi, nudi, si trovano i simboli della sua dignità episcopale: la mitra e il bastone pastorale. Agostino ha un viso anziano, con una folta barba grigiastra che gli scende fin sul petto. Lo sguardo è intenso e intriso di una forte vena mistica.

Barba ha lavorato nella chiesa di santa Rita de Madrid degli Agostiniani Recolletti realizzando i santi della Famiglia agostiniana.

Nella chiesa del convento degli Agostiniani Recolletti a Marcilla (Navarra)ha poi dipinto i quattro evangelisti. Questo convento fu fondato dagli Agostiniani Recolletti nel 1865. La chiesa in stile toscano, è lunga 35 m e larga 8 con due cappelle laterali e una crociera di 18 metri. Il convento è stato per molti anni il centro studi della Provincia recolletta di San Nicola da Tolentino e sede degli studi teologici e filosofici. Nella chiesa ritroviamo alcune immagini simboliche dipinte da Barba che illustrano la spiritualità agostiniana: oggi si possono ammirare quattro grandi dipinti fra cui S. Agostino, la Madonna della Consolazione, San Nicola da Tolentino e San Ezechiele Moreno oltre ai quattro pennacchi della cupola della chiesa con li quattro evangelisti.

 

Il lavoro per realizzare queste opere è stato lungo e laborioso. La tela di sant'Agostino è stata installata finalmente in chiesa e ha suscitato discussioni, come i dettagli del volto algerino del santo di Ippona, la scena globale prescelto, il simbolismo dei particolari. Barba ha spiegato le sue scelte: sant'Agostino si trova su una roccia, perchè così vuole significare la forza della dottrina del Santo, che illumina le persone semplici. Ma per arrivare alla roccia c'è una scala, che simboleggia il percorso verso l'alto necessario per raggiungere la vetta. Le dita del santo sono aggrappate a questa roccia, quasi fosse così guidato verso lan saggezza. Inoltre Barba ha aggiunto una lucertola che passa attraverso la roccia e altri particolari che appaiono su un unico foglio. Da un punto di vista simbolico la lucertola raffigura la persona che per viltà rifiuta nel mondo la verità del Vangelo. L'albero che affonda le radici tra le rocce con i rami potati simbolizza il processo di conversione e la potatura delle passioni che hanno reso sant'Agostino attore consapevole della sua vita. Nella parte inferiore della tavola Barba ha dipinto la mitra e il pastorale, simboli dell'episcopato. E ci sono due pagine della Confessioni che cadono. Narrano episodi giovanili come il furto delle pere e la visione di Ostia con la madre Monica. Tra i dettagli si può anche osservare il dito del santo che sta gestendo la penna e l'inchiostro. Barba era particolarmente soddisfatto dell'immagine che aveva realizzato, a cui aveva dedicato molto tempo e una intensa preparazione preceduta dallo studio delle forme.

 

 

Juan Barba

Pittore madrileno, nato nel 1915, maestro del chiaroscuro, è tanto sorprendente per il suo stile quanto poco conosciuto. Gli Agostiniani Recolletti e la loro spiritualità sono stati per molti anni una delle sue fonti di ispirazione. Ha affrescato la cripta della chiesa di santa Rita a Madrid con la storia della vita di san Nicola da Tolentino, dove esprime uno stile personale ricco di spazi e qualità. Lavorò anche per le comunità degli Agostiniani Recolletti di Monteagudo e Marcilla (Navarra), Valladolid, Madrid e Roma che conservano molte altre opere di grande valore. Muore a Madrid nel 1982.