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Morte di Monica a Ostia
BARBA JUAN
1959
Madrid, chiesa di santa Rita
Morte di Monica a Ostia
Questo quadro raffigura la morte di Monica ad Ostia ed è opera di Juan Barba, che la dipinse per la chiesa degli agostiniani recolletti di santa Rita da Cascia a Madrid.
Monica giace sola su un letto in una camera che una ampia finestra da cui si vede il mare e l'Africa lontana. Ai piedi del letto, quasi in ginocchio, tre persone la vegliano in preghiera. Il viso della santa è illuminato da una forte luce che risalta nel buio della camera. Il suo sguardo è rivolto verso l'alto dove aleggia la colomba dello Spirito Santo che emana raggi di luce.
La sua testa è fasciata con un lino bianco ed è reclinata su un grosso cuscino che la tiene leggermente sollevata. Su un comodino osserviamo un libro aperto, una candela e una brocca d'acqua. Un modesto fuoco è acceso ai piedi del letto per riscaldare la camera.
Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.
AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17
Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".
Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"
AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27
Juan Barba
Pittore madrileno, nato nel 1915, maestro del chiaroscuro, è tanto sorprendente per il suo stile quanto poco conosciuto. Gli Agostiniani Recolletti e la loro spiritualità sono stati per molti anni una delle sue fonti di ispirazione. Ha affrescato la cripta della chiesa di santa Rita a Madrid con la storia della vita di san Nicola da Tolentino, dove esprime uno stile personale ricco di spazi e qualità. Lavorò anche per le comunità degli Agostiniani Recolletti di Monteagudo e Marcilla (Navarra), Valladolid, Madrid e Roma che conservano molte altre opere di grande valore. Muore a Madrid nel 1982.