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PITTORI: Jànos Hajnal

Il mistero della Trinità: Agostino incontra un bimbo sulla riva della spiaggia

Agostino incontra un bimbo sulla riva della spiaggia

 

 

JANOS HAJNAL

1993

Roma, Curia Generalizia Domenicani

 

Il mistero della Trinità: Agostino incontra un bimbo sulla riva della spiaggia

 

 

 

 

La scena affrontata da Hajnal è un tema iconografico ricorrente. L'autore lo tratta in modo alquanto personale prediligendo un uso semplice dei simboli e una armonia cromatica coinvolgente. Il simbolo trinitario in alto a sinistra invia raggi al bambino e nello stesso tempo alla Chiesa: Agostino non ne è colpito, ma interroga il bambino in riva al mare con un ampio gesto della mano destra. Agostino, vestito da vescovo, è qui l'uomo alla ricerca della Verità trinitaria, l'uomo che si china per cogliere anche il più insignificante segno pur di comprendere. Al rosato di Agostino si contrappone il giallo del bimbo, che pervade poi ogni cosa: l'azzurro del mare, che si rispecchia nella pozza, lega a sua volta le possenti figure che si danno vita alla scena.

 

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

 

Jànos Hajnal

Jànos Hajnal è un maestro d'arte contemporaneo nato a Budapest, ma residente dal 1948 a Roma. Dal 1958 è cittadino italiano. Il suo interessamento ad Agostino e ad altri santi agostiniani risale al 1991 quando il Postulatore generale dell'Ordine Fernando Rojo Martinez lo contattò tra gli artisti familiari alla galleria d'Arte "L'Agostiniana" presso il convento di S. Maria del Popolo a Roma. Molto personale nello stile, Hajnal ha saputo effondere poesia negli episodi agiografici grazie ad una suggestiva e forte tonalità dei colori.