Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Novecento: Manini Vittorio

PITTORI: Manini Vittorio

Agostino e Monica ascoltano le prediche del vescovo Ambrogio

Agostino e Monica ascoltano le prediche di Ambrogio

 

 

MANINI VITTORIO

1941

Predore, chiesa di San Giovanni Battista

 

Agostino e Monica ascoltano le prediche del vescovo Ambrogio

 

 

 

Manini dipinse a muro nel 1941 per la chiesa parrocchiale di Predore quest'opera che ricorda S. Agostino e S. Monica in ascolto delle prediche S. Ambrogio nella chiesa milanese. Il dipinto fa parte dell'insieme della decorazione pittorica della chiesa e misura cm 335x166. In una chiesa paleocristiana affollata di fedeli sant'Ambrogio, dal pulpito, tiene la sua spiegazione della Parola di Dio.

Sulla sinistra Monica amorevolmente indica ad un Agostino piuttosto incerto e recalcitrante la figura di Ambrogio che sta predicando. L'ambientazione della scena è in stile romano, così come i vestiti dei personaggi.

 

Frequentavo assiduamente le sue prediche pubbliche, non però mosso dalla giusta intenzione: volevo piuttosto sincerarmi se la sua eloquenza meritava la fama di cui godeva, ovvero ne era superiore o inferiore. Stavo attento, sospeso alle sue parole, ma non m'interessavo al contenuto, anzi lo disdegnavo. La soavità della sua parola m'incantava. Era più dotta, ma meno gioviale e carezzevole di quella di Fausto quanto alla forma; quanto alla sostanza però, nessun paragone era possibile.

AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23

 

Agostino incominciò ad attaccare la predicazione di Ambrogio. Un giorno però Ambrogio tenne un forte discorso contro la dottrina dei manichei, portando solidi argomenti, e da allora in poi Agostino fu convinto che i manichei erano nell'errore. La dottrina di Cristo gli piaceva, ma sentiva ripugnanza a seguire la via che egli tracciava.

JACOPO da VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

Manini Vittorio

Vittorio Manini è nato nel 1888 a S. Omobono, un piccolo paese della bergamasca. Sua madre, rimasta vedova con molti figli nel 1902, credette nelle sue qualità artistiche. Vittorio infatti, sin da bambino, aveva mostrato un dono naturale per il disegno. Con molti sacrifici, lo incoraggiò a coltivare la sua passione e lo iscrisse ai corsi di pittura presso l'Accademia Carrara di Bergamo. Direttore dell'Accademia era a quei tempi Ponziano Loverini (1845-1929) che tenne la carica dal 1899 al 1926.

Loverini fu senza dubbio per lui un maestro di arte e di vita e Manini a sua volta fu tra coloro che erano più affezionati del Professore. Durante il periodo accademico (1902-1910) ricevette diversi premi per il merito - a quel tempo erano chiamati "menzioni d'onore" - per il corso di prospettiva del 1904, per il corso di anatomia e quello di gesso. Altre menzioni gli vennero assegnate nel 1906 per il corso di statue e di nudo, nel 1907 per il corso di colorazione, e molte medaglie di bronzo fino al 1910, quando concluse i corsi. In questo periodo Manini si presenta come un giovane artisticamente molto promettente. Tenace, intelligente, riflessivo, dotato di un istinto pittorico preciso, sembrava che non avrebbe incontrare più ostacoli lungo il corso e che sarebbe diventato, molto presto, uno dei pittori più celebri.

Tuttavia, non appena ha lasciato la scuola, Manini nutre dubbi sulla sua vena artistica: le sue opere non lo soddisfacevano più. Si sentiva irresistibilmente attratto dalla nuove tendenze estetiche che si stavano affermando con Segantini e Previati. il suo stile di pittura, il modo di mettere i colori e le pennellate sulla tela, permettono di distinguerlo dai suoi contemporanei. Muore nel 1874.