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PITTORI: Guadagnini Antonio

Sant'Agostino e san Matteo evangelista

Sant'Agostino e san Matteo evangelista

 

 

ANTONIO GUADAGNINI

1862

Caprino Bergamasco, chiesa di san Biagio

 

Sant'Agostino e san Matteo evangelista

 

 

 

Antonio Guadagnini dipinse nel 1862 questo dipinto murale nella decorazione pittorica dei pennacchi della cupola della chiesa di san Biagio a Caprino Bergamasco.

Tra i monumenti religiosi la chiesa di S. Biagio è segnalata già nel 1300 come dipendente dalla pieve di Brivio insieme con le chiese di S. Maria del Bisone, di S. Maria in Celana, di S. Zenone in Cisano, di S. Giorgio in Odiago e di S. Stefano in Villasola. La chiesa di S. Biagio dovette essere riconsacrata perché nel 1630 avvenne un fatto di sangue: una intera famiglia fu sterminata appunto in chiesa a conclusione di una terribile vendetta.

La pittura di Guadagnini ci propone un san Matteo Evangelista che legge da una tavola che gli viene offerta da un angelo mentre è in compagnia di sant'Agostino, che ha richiuso il suo libro e rivolge con molta attenzione il suo sguardo verso san Matteo.

San Matteo era anche chiamato Levi, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell'epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all'erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l'immagine dell'imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l'imperatore. Matteo è il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, contabili ed esattori.

Nell'affresco Agostino porta gli abiti episcopali, ha la mitra in testa e un volto da persona matura, con una folta barba nerastra. In questo, Guadagnini riprende una consolidata tradizione iconografica.

 

 

Antonio Guadagnini

Antonio Guadagnini nasce ad Esine nel 1817. Frequenta il ginnasio a Lovere e quindi l'Accademia Tadini di Belle Arti. Come pittore ha esplicato la sua attività artistica soprattutto in Valle Camonica per tutto l'ottocento fino alla morte avvenuta nel 1900 ad Arzago d'Adda. Fra le sue opere ricordiamo a Pisogne, nella parrocchiale di S. Maria Assunta, il Transito di san Giuseppe (1851), a Gianico la pala dell'altare maggiore con la Madonna in trono, san Michele, san Rocco, sant'Antonio di Padova e santo Stefano (1895), a Esine l'opera "la Conversione di san Paolo" (1854), a Breno gli affreschi con l'Adorazione dei Magi e La gloria della Santissima Eucaristia (1854), a Sovere il ciclo di affreschi a Palazzo Silvestri con temi risorgimentali (1861) tra cui si possono ricordare l'Apoteosi delle Arti, Torquato Tasso ed Eleonora, L'Italia che unisce Forza e Prudenza, Dante e Beatrice, a Cimbergo ben ventotto affreschi fra cui l'Incoronazione di Maria, l'Annunciazione, l'Incontro di Maria con Elisabetta e l'Immacolata Concezione (1863), a Nadro gli affreschi della volta con la narrazione della vita di Gesù e della Madonna (1896) e a Santicolo l'affresco della Adorazione dei Magi.

Altre sue opere, principalmente tele, sono custodite a Cividate Camuno, a Malegno, a Ossimo, a Borno e a Villa di Lozio.