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PITTORI: Guadagnini Antonio

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ANTONIO GUADAGNINI

1867

Zogno, chiesa di san Lorenzo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

In un oculo della volta della chiesa di san Lorenzo a Zogno, Antonio Guadagnini dipinse nel 1867 questo Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa. Il dipinto murale fa parte dell'insieme della decorazione pittorica della volta, realizzato con la tecnica a tempera su intonaco.

Un cartiglio alla base del dipinto certifica che si tratta di sant'Agostino. Guadagninin lo ha raffigurato secondo i canoni stilistici del secolo che lo mostrano vescovo e Dottore della Chiesa.

In questo caso il santo non ha il bastone pastorale, ma indossa gli abiti episcopali e in testa porta la mitra. Con le mani sta sfogliando un libro che sembra debordare dall'oculo. Il viso di Agostino è quello di una persona matura ma non anziana, con lo sguardo vivo che sembra interrogarsi ed interrogare il fedele.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

Antonio Guadagnini

Antonio Guadagnini nasce ad Esine nel 1817. Frequenta il ginnasio a Lovere e quindi l'Accademia Tadini di Belle Arti. Come pittore ha esplicato la sua attività artistica soprattutto in Valle Camonica per tutto l'ottocento fino alla morte avvenuta nel 1900. Fra le sue opere ricordiamo a Pisogne, nella parrocchiale di S. Maria Assunta, il Transito di san Giuseppe (1851), a Gianico la pala dell'altare maggiore con la Madonna in trono, san Michele, san Rocco, sant'Antonio di Padova e santo Stefano (1895), a Esine l'opera "la Conversione di san Paolo" (1854), a Breno gli affreschi con l'Adorazione dei Magi e La gloria della Santissima Eucaristia (1854), a Sovere il ciclo di affreschi a Palazzo Silvestri con temi risorgimentali (1861) tra cui si possono ricordare l'Apoteosi delle Arti, Torquato Tasso ed Eleonora, L'Italia che unisce Forza e Prudenza, Dante e Beatrice, a Cimbergo ben ventotto affreschi fra cui l'Incoronazione di Maria, l'Annunciazione, l'Incontro di Maria con Elisabetta e l'Immacolata Concezione (1863), a Nadro gli affreschi della volta con la narrazione della vita di Gesù e della Madonna (1896) e a Santicolo l'affresco della Adorazione dei Magi.

Altre sue opere, principalmente tele, sono custodite a Cividate Camuno, a Malegno, a Ossimo, a Borno e a Villa di Lozio.