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PITTORI: Ferdinando Palmerio

Sant'Agostino allo scrittoio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

FERDINANDO PALMERIO

1865

Ortona, Museo Diocesano

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

Questo bel quadro che raffigura sant'Agostino con in mano una penna mentre è intento a scrivere una delle sue opere si trova in una sala del museo Diocesano di Ortona. In questa sala si possono rinvenire, in due distinte sezioni, il percorso cronologico nell'arte figurativa ortonese che si affida alle tele settecentesche di Giambattista Gamba dedicate alla vita di santa Caterina d'Alessandria, per arrivare alle due opere raffiguranti sant'Agostino e san Girolamo realizzate nel 1865 da Ferdinando Palmerio, nato a Guardiagrele nel 1834 e morto nel 1916 in Lombardia.

La figura di Agostino è tratteggiata con stile neoclassico, con una espressione realistica. la scena si svolge in un ambiente dalle architetture di età romana, con colonne e grandiosi edifici immersi in un giardino dove il santo si è seduto in solitudine per scrivere. Agostino, dall'aspetto vegliardo, con una folta barba bianca e le rughe che solcano il suo viso, rivolge lo sguardo verso il cielo, quasi aspettasse dallo Spirito l'ispirazione per avanzare nella sua scrittura. Con la mano sinistra tiene un grosso foglio già scritto: appoggiato alla parete ha deposto il suo bastone pastorale.

Questa scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazioni tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.

La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.

Fra i titoli principali citiamo:

Le confessioni - Ritrattazioni - Trinità - Città di Dio - Vera religione - Unità del credere - Questioni diverse - Fede e simbolo - Matrimonio cristiano - Beni della vedovanza - Santa verginità - Menzogna - Lavoro dei monaci - Cura dei morti - Fede ed opere - Catechizzare i semplici - Dottrina cristiana - Genesi contro i Manichei - Consenso degli Evangelisti - Discorso del Signore sulla montagna - Questione sui vangeli - Esposizione alla lettera ai Galati - Alcune questioni sulla lettera ai Romani - Locuzioni e questioni sull'Ettateuco - Contro l'avversario della Legge e dei profeti - Ad Orosio contro i Priscillianisti e gli Origenisti - Contro gli Ariani - Costumi della Chiesa cattolica e costumi dei Manichei - Disputa con Fortunato - Disputa con Felice - Contro Adimanto - Contro Secondino - Battesimo - Contro la lettera di Parmeniano - Contro la lettera di Petiliano - Lettera dei Cattolici ai Donatisti - Unico Battesimo contro Petiliano - Merito e remissione dei peccati - Natura e Grazia - Perfezione della giustizia dell'uomo - Grazia di Cristo e peccato originale - Origine dell'Anima - Grazia e libero arbitrio - Predestinazione dei santi - Dono della perseveranza - Commento al Vangelo di S. Giovanni - Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti - Esposizione sui salmi - Discorsi.

 

 

Ferdinando Palmerio

Nato a Guardiagrele nel 1834 e morto nel 1916 in Lombardia, Ferdinando Palmerio è un artista di spessore, il cui stile riprende lo stile neoclassico. Sono note diverse sue opere sparse in numerose chiese. Quattro sue tele che raffigurano la "Fuga in Egitto", "sant'Antonio", "santa Lucia, sant'Agnese e sant'Agata" si trovano nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Casalincontrada. Nella sua città natale l'elemento di maggior pregio della chiesa della Madonna Addolorata è sicuramente il soffitto ligneo a cassettoni arricchito da suoi dipinti ad olio su lamina di rame che rappresentano episodi della Vita di Cristo, eseguiti tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.

A Pratola Peligna nel Santuario Madonna della Libera la cappella del Santissimo Sacramento conserva sull'altare un suo quadro dipinto nel 1869, che raffigura Cristo con gli Apostoli nell'Ultima Cena. Il Cristo, tra gli apostoli che gli fanno corona, solleva il pane con la mano sinistra mentre tiene la mano destra aperta. Il volto è illuminato dalla aureola mentre una luce dall'alto illumina la mensa sulla cui bianca tovaglia si trova un calice d'oro. A Roio del Sangro sulla contro facciata si conserva una sua tela del 1864 che raffigura l'Assunta tra angeli e Santi.