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PITTORI: Giovanni Boccati

La Vergine in trono con sant'Agostino e i Dottori della Chiesa

La Vergine in trono con sant'Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

GIOVANNI BOCCATI

1473

Budapest, Museo di Belle Arti

 

La Vergine in trono con sant'Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

 

La tavola in oro di Giovanni Boccati raffigura Maria in trono con San Giovenale, San Sabino, Sant'Agostino, San Gerolamo e sei angeli.

L'opera è conservata al Museo di Belle Arti di Budapest e presenta le seguenti dimensioni: 186,5 x 162 cm. L'opera fu realizzata nel 1473 come pala per la cappella di san Savino nel Duomo di Orvieto. Oggi il dipinto è diviso in varie sedi museali: la tavola centrale è stata acquistata nel 1895 dal Museo di Belle Arti di Budapest dove attualmente si trova, mentre alcuni scomparti della predella, raffiguranti le Storie di san Savino, sono divisi tra Roma (collezione Lanfranchi), Parigi (collezione Spiridon), Madrid (Museo Thyssen-Bornemisza) e Urbino (Galleria nazionale delle Marche).

Accompagnato da Giovanni Angelo d'Antonio, suo concittadino di Camerino, Giovanni Boccati si trasferì a Urbino verso il 1443, prima di soggiornare a Firenze per contatti di lavoro. Nel 1445 ottenne la cittadinanza perugina, dove realizzò la Madonna del Pergolato, ultimata due anni dopo, per la chiesa di San Domenico. L'opera raffigura la Vergine con il Bambino seduti su un trono circondati da angeli cantori e musicisti e dai Padri della chiesa romana. Durante il 1448 è documentato il suo spostamento a Padova dove ebbe contatti con Girolamo di Giovanni, mentre nel periodo che intercorre fra il 1462 e il 1470 l'artista abitò a Camerino prima di ritornare definitivamente a Perugia. Verso il 1459-1460 Federico III da Montefeltro gli commissionò gli affreschi di una sala del nuovo Palazzo Ducale a Urbino. Nel 1480 è segnalato a Perugia, impegnato nell'esecuzione di due dipinti per le chiese di "S. Benedetto sotto S. Nicolò de Celle" e di "S. Salvatore Pozzagli".

Una delle caratteristiche ricorrenti di Boccati in ambito stilistico è la luminosità e la fantasia, che anticipa il rinascimento mescolandosi a un gusto narrativo ormai tardo-gotico. Vi si scoprono le influenze di Domenico Veneziano di cui ha assimilato i toni del colore. Le opere della fase matura evidenziarono una lieve introduzione di spunti della scuola padovana e di quella fiorentina pur immerse in una dolce umanità senza tempo.

Giovanni Boccati da Camerino, malgrado alcune somiglianze con Domenico Bartoli e Filippo Lippi, è artista originale che, soprattutto nei suoi graziosi angeli, sa creare figure molto attraenti. Nei suoi tardi lavori (dopo la coronazione della Vergine, del 1463, in Castel S. Maria, presso Camerino) risente l' influenza dell' Alunno alla cui arte è strettamente congiunta l'opera principale del maestro camerinese, cioè il polittico di Belforte sul Chienti (1468). Al senese Matteo di Giovanni si accosta nella grande tavola (Madonna e Santi) in Budapest colla data 1473, ma ritorna agl'influssi dell'Alunno nella opera della vecchiezza, la Pietà, in Perugia. Lo stile del Boccati continua nelle figure di Matteo da Gualdo e di Girolamo di Giovanni da Camerino, che più volte fu detto, benché senza ragione, figlio del Boccati. In Perugia il più importante dei seguaci del Boccati fu Mariano d'Antonio.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.