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PITTORI: Giovanni Boccati

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

BOCCATI GIOVANNI

1468

Belforte del Chienti, chiesa di sant'Eustachio

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questo polittico fu eseguito nel 1468 da Giovanni Boccati un pittore originario di Camerino. L'opera, che è racchiusa in una elaborata e preziosa cornice in legno dorato, misura m 4,83 di altezza per una larghezza di m 3,25. Si compone di dodici pannelli di cui cinque costituiscono il registro inferiore e sette quello superiore; da diciotto specchi di cui sei sono inseriti nei pilastri laterali e dodici nella predella, e da cinque medaglioni nella cimasa. Complessivamente le tavole figurate ammontano a trentacinque; ad esse si aggiungono i due cartigli laterali con le iscrizioni nelle quali compaiono i nomi dei committenti e l'anno di esecuzione. La firma del pittore si trova nel gradino alla base del trono della Vergine.

 

La cimasa del polittico di Belforte, entro le cinque cuspidi i cui lati sono abbelliti con foglie d'acanto scolpite nel legno, comprende cinque tondi dei quali il centrale rappresenta Dio Padre contornato da angeli alleluianti e gli altri individuano i quattro dottori della Chiesa Latina che sono a partire da sinistra: S. Ambrogio, S. Girolamo, S. Agostino e S. Gregorio Magno.

 

Il polittico di Belforte del Chienti è stato eseguito da Boccati in ossequio ai canoni classici, cui si ispirava la realizzazione delle monumentali pale d'altare a scomparti quattrocentesche. L'autore della cornice, in legno dorato, veneto per alcuni critici d'arte, di cui però non si conosce il nome, forse proveniva da una scuola d'intaglio e tarsia esistita a San Severino Marche. Nei riquadri dei pilastri laterali, sotto l'Angelo nunziante (a sinistra) e l'Annunziata (a destra), si leggono i nomi del committente (Taliano di Lippo), del priore della chiesa (Ugolino Nanzi) e di alcuni suoi collaboratori (Riccardo di Giovanni, ser Ansuino di Pietro e Puccio di Giovanni di Bartolone), la data di esecuzione dell'opera (1468), ed il papa regnante (Paolo II - Pietro Barbo, 1464 - 1471).

Questo polittico è un'opera di grande impegno e di ottimo risultato. Qui emerge in tutta evidenza il recupero da parte di Boccati degli esempi tardogotici, visibile nel modo raffinato ed elegante di rappresentare la folla di santi che, ai lati del trono su cui si trovano la Vergine e il Bambino attorniati dagli angeli, occupano i diversi scomparti che compongono la complessa struttura cuspidata del polittico, i pilastri laterali e la predella. Appena percettibili sono i ricordi delle novità fiorentine e venete adottate nei dipinti di alcuni anni prima (nella qualità luminosa delle storie rappresentate nella predella o nei due studioli rinascimentali che ospitano gli evangelisti Giovanni e Matteo); mentre è possibile riscontrare attinenze con le opere che sempre in questi anni esegue Antonio Vivarini per alcune città marchigiane.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.