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Agostino e il bambino in riva al mare
SANDRO BOTTICELLI
1483
Firenze, Galleria degli Uffizi
Agostino e il bambino in riva al mare
Il noto episodio medioevale del Bambino che incontra Agostino e gli spiega l'incapacità umana a comprendere il mistero della Trinità è resa con estremo vigore nella predella della Pala di Santa Barbara. Di fronte a un mare calmo e a un cielo tormentato l'espressione del bimbo è chiarissima al gesto di interrogazione che gli rivolge il santo con la mano distesa in avanti. La Pala è conservata agli Uffizi a Firenze.
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.
"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.
Sandro Botticelli
Botticelli crebbe con i suoi tre fratelli nel quartiere del chiostro domenicano medioevale di S. Maria Novella, non lontano dalla Chiesa di Ognissanti, per la quale avrebbe creato un giorno una delle sue opere più importanti.. Nelle vicinanze viveva la famiglia Vespucci da cui discese Amerigo che avrebbe dato nome alle Americhe. I Vespucci erano fedeli amici dei Medici e furono fra i primi sostenitori di Botticelli commissionandogli dipinti per tutta la vita e procurandogli importanti clienti fra cui i Medici stessi. Nello steso quartiere Botticelli aveva davanti agli occhi una delle più importanti opere della pittura proto rinascimentale fiorentina: l'affresco della Trinità di Masaccio con la prima applicazione della prospettiva centrale. Botticelli si dimostrò aperto agli stimoli rinascimentali di Masaccio. Forte è la influenza della filosofia nella sua arte pittorica, che saranno sostituite nella maturità, da una nuova concezione del mondo che metteva la concezione religiosa al centro della sua arte.
Nel 1470 Botticelli apre la sua bottega nella casa del padre in via Porcellana e poi si iscrive alla Compagnia degli Artisti di san Luca. Nel 1480 dipinge per incarico dei Vespucci lo splendido sant'Agostino per la chiesa di Ognissanti. Lavora a Roma e quindi a Firenze per Lorenzo il Magnifico nella sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, a Villa Lemmi, nella chiesa di Cestello e per la strutturazione della facciata del Duomo di Firenze.
Nel 1491 Savonarola diventa priore di S. Marco. E' l'inizio di una influenza spirituale che sarà decisiva per le opere della maturità di Botticelli.