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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Bregno AndreaPITTORI: Bregno Andrea
Monumento Tebaldi
BREGNO ANDREA
1466
Roma, chiesa di S. Maria sopra Minerva
Sant'Agostino nel Monumento funebre del cardinale Tebaldi
La scultura, piuttosto complessa ed articolata, è opera di Andrea Bregno che la realizzò nel 1466 per il cardinale Giacomo Tebaldi, vescovo di Cesarea, nella chiesa di S. Maria sopra Minerva a Roma. Giacomo Tebaldi nacque a Roma e suo fratello era il medico personale di papa Callisto III. Dottoratosi in diritto civile, fu consacrato suddiacono e poi nominato vescovo di Montefeltro. Fu governatore di Spoleto dal 1455 al 1456, e poi di Perugia. Nominato arcivescovo di Napoli nel 1456, abbandonò quasi subito tale incarico. Nel concistoro del 1456, papa Callisto III lo creò cardinale. Rientrato a Roma nel 1457, ricevette il cappello rosso a Santa Maria del Popolo il 12 gennaio 1457 e due giorni dopo è stato insignito del titolo della chiesa di Sant'Anastasia. Nel 1458 ha servito come Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali. Ha partecipato al conclave del 1458 che elesse Papa Pio II e partecipò anche al conclave del 1464 che elesse Papa Paolo II. Morì a Roma il 4 settembre 1466 e fu sepolto in Santa Maria sopra Minerva, nella tomba di Andrea Bregno, firmata dallo scultore. Su un fianco del monumento, in una nicchia, lo scultore ha raffigurato sant'Agostino.
Nell'area dove oggi è Santa Maria sopra Minerva in età romana sorgevano il tempio di Minerva Calcidica eretto da Gneo Pompeo e l'Iseum, un tempio dedicato a Iside e a Serapide, ricostruito e abbellito da Domiziano dopo un incendio che nell'anno 80 lo aveva completamente distrutto.
Le vicende della basilica di S. Maria sopra Minerva inizia nel secolo VIII, quando accanto al tempio di Minerva viene eretta una piccola chiesa, che alla fine del XIII secolo fu dedicata a Santa Maria in Minerva. Nel 1275 la chiesa fu presa in carico dai Domenicani e nel 1280 sotto il pontificato di Niccolò III iniziò la costruzione della grande chiesa gotica che conosciamo, con un impianto formato da una navata centrale e due navate laterali. La progettazione è attribuita a due Domenicani: Sisto Fiorentino e Ristoro da Campi. Nel 1295 Papa Bonifacio VIII finanziò largamente la costruzione della basilica che a metà del XIV secolo fu completata nelle sue parti essenziali.
In questa chiesa è stata sepolta Santa Caterina da Siena, qui si conservano anche le tombe di cinque pontefici: Urbano VII, Paolo IV, Leone X, Clemente VII e Benedetto XIII. Tra le altre sepolture ricordiamo quelle del Beato Angelico e dello stesso Andrea Bregno.
Bregno Andrea
Nacque a Osteno, figlio di Cristoforo da Righeggia, in un paese del Comasco. La sua famiglia per queste origini viene talora indicata come famiglia dei Bregno oppure da Righeggia, da Righesio, o da Osteno. Nasce nel 1418 ed ha due fratelli: Ambrogio (morto prima del 1504) e Girolamo (morto dopo il 1504). Si sa ben poco della sua attività artistica prima del suo arrivo a Roma e i suoi lavori per i cardinali De Cusa e L. d'Albret (morto nel 1465). Nel 1466 lavora con Giovanni Dalmata al monumento Tebaldi nella chiesa di S. Maria sopra Minerva dove realizza un sant'Agostino.
Nel 1473 Alessandro Borgia gli affida l'esecuzione dell'altare maggiore di S. Maria del Popolo, ora in sagrestia. Sempre con Giovanni Dalmata lavora nel 1476 al sepolcro del Cardinal Roverella in S. Clemente. Probabilmente a quest'epoca risale la tomba del Cardinale Diego de Coca morto nel 1477 in S. Maria sopra Minerva. Del 1490 è il tempietto-edicola dell'altar maggiore di S. Maria della Quercia a Viterbo. Nel 1503 Bregno fece il testamento lasciando un legato a favore della moglie Caterina. Dopo la morte fu sepolto in S. Maria sopra Minerva e la lapide porta la data 1506. La sua attività si svolse quasi esclusivamente a Roma e nel Lazio, dove con altri conterranei in un momento molto favorevole, quando pontefici del nord Italia, come Paolo II e Pio IV, e grandi Ordini religiosi, specialmente quello degli agostiniani, che edificarono S. Maria del Popolo, promuovevano un notevole numero di opere. Fu grande la sua fortuna e l'attività della bottega, particolarmente operosa con l'elezione di Sisto IV Della Rovere, ebbe uno sviluppo rigoglioso. Platina nell'epitaffio lo paragona a Policleto e fu ritratto dal Perugino nel suo affresco della Consegna delle chiavi.