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PITTORI: Borlone Giacomo

Sant'Agostino dottore in cattedra

Sant'Agostino dottore in cattedra

 

 

BORLONE GIACOMO

1470-1471

Clusone, oratorio di san Bernardino

 

Sant'Agostino dottore allo scrittoio

 

 

 

Borlone Giacomo dipinse questo sant'Agostino in cattedra Dottore della Chiesa nel ciclo di affreschi che portò a termine per l'Oratorio dei disciplini di Clusone. L'affresco è ancora in uno stato di conservazione discreto.

Nell'oratorio di questa confraternita, intitolato a S. Bernardino, poco sopra le imposte dell'arco trionfale, sotto il grande affresco con la Crocefissione, è visibile una iscrizione: "1471/ (IA)CHOB PINXIT".

La medesima scritta, con la data 1470, si trova anche sulla parete opposta nel cartiglio, tenuto dall'angelo che avverte la Sacra famiglia di fuggire in Egitto, in una delle piccole Storie di Cristo che occupano interamente, su tre ordini, anche le due pareti laterali. Molto probabilmente Borlone con la sua bottega è  stato l'autore di tutta la decorazione pittorica del piccolo oratorio, tra cui riconosciamo gli otto Profeti del sottarco trionfale e gli altri affreschi del presbiterio. Qui si sono conservati l'arcaico Cristo benedicente (parete di fondo), i Putti musicanti, i quattro Dottori della Chiesa e le Allegorie evangeliche e degli elementi (volta). Al medesimo complesso decorativo doveva appartenere anche una pala d'altare, di cui restano due soli frammenti con figure di Profeti. Allo stesso Borlone vanno riferiti anche i migliori affreschi che sono sotto il portico esterno: il san Francesco che riceve le stigmate e un devoto, il san Bernardino e una piccola Crocefissione (sopra la lapide col simbolo bernardiniano e l'indicazione della data 1452); la Annunciazione sopra la finestra; il san Gerolamo penitente e le figure dei santi Bernardino, Antonio e Defendente entro nicchie dipinte con moduli architettonico-decorativi di repertorio rinascimentale.

L'Agostino presentato in questa circostanza è vestito da vescovo con la tiara in testa e l'aureola che gli avvolge il capo. Il viso è ancora giovanile per quanto maturo e severo. Il santo ha attorno al collo la cocolla dei monaci agostiniani ed è tutto intento a leggere con molta attenzione un libro aperto che tiene fra le mani guantate. Altri libri sono disposti sul suo tavolo, mentre alle spalle c'è un accenno di biblioteca con mobili in stile gotico.

 

 

Giacomo Borlone

Nacque ad Albino ("de Albegno" o Albenio) nella bergamasca. Ciò risulta da un registro del convento delle monache di santa Grata a Bergamo, dal quale si desume anche nel 1487 era già morto. La sua attività pittorica è documentata soprattutto nei registri della confraternita dei battuti, o dei disciplini, di Clusone, che riportano diversi pagamenti a suo favore per lavori eseguiti dal 1462 al 1480. Altre testimonianze della sua attività sono note, nella stessa Clusone, negli affreschi delle chiese di sant'Anna e soprattutto di san Defendente. Borlone probabilmente ebbe seguaci e collaboratori locali che ne volgarizzarono lo stile, come mostra ad esempio il ciclo affrescato nella chiesa di Pagliaro. Borlone è una tipica figura di mediocre artista provinciale lombardo che, pur operando nello scorcio finale del Quattrocento, attinge ancora largamente alla tradizione gotica.  La sua arte esprime solo vaghe nozioni dell'arte rinascimentale, tradotte in una visione neogotica e favolosa.