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PITTORI: Giovanni di Corraduccio

Sant'Agostino nel suo studio

Sant'Agostino nel suo studio

 

 

GIOVANNI DI CORRADUCCIO

1430-1440

Montefalco, Cappella dell'Assunta nel Museo di San Francesco

 

Sant'Agostino nel suo studio

 

 

 

Lo schema iconografico della volta della Cappella dell'Assunta vede nei pennacchi la raffigurazione dei Profeti, distinguibili per le loro iscrizioni, mentre nelle vele sono dipinti i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti. Non ci sono particolari elementi per distinguere Agostino da Ambrogio, se non per la presenza del simbolo di Giovanni, che abitualmente è associato al santo ipponate. Montefalco è una località agostiniana, che vanta la presenza di un monastero di monache con una lunga e gloriosa storia. Agostino è stato qui ritratto come Dottore della Chiesa nelle sue vesti episcopali: è seduto su una specie di largo sgabello e con entrambe le mani armeggia con uno stilo per scrivere sopra un libro. Lo scrittoio è semplice e modesto: un banco dove appoggiare i libri e una spalla dove accatastare qualche volume da consultare. Lo stile risente ancora degli stereotipi medioevali, in particolare della miniaturistica, tuttavia presenta già qualche aspetto del nuovo che sta sopravanzando nell'arte umbra.

Allo stesso artista viene attribuita anche la decorazione di santa Maria in Campis a Foligno, che propone un analogo schema iconografico per i quattro Dottori della Chiesa.

 

La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.

 

"Qualunque cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato non sarà mai simile a colui che lo ha fatto ... Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è.

Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo!

Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!

A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!

A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo!

Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!

E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?

Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?"

AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12

 

La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.

Fra i titoli principali citiamo:

Le confessioni - Ritrattazioni - Trinità - Città di Dio - Vera religione - Unità del credere - Questioni diverse - Fede e simbolo - Matrimonio cristiano - Beni della vedovanza - Santa verginità - Menzogna - Lavoro dei monaci - Cura dei morti - Fede ed opere - Catechizzare i semplici - Dottrina cristiana - Genesi contro i Manichei - Consenso degli Evangelisti - Discorso del Signore sulla montagna - Questione sui vangeli - Esposizione alla lettera ai Galati - Alcune questioni sulla lettera ai Romani - Locuzioni e questioni sull'Ettateuco - Contro l'avversario della Legge e dei profeti - Ad Orosio contro i Priscillianisti e gli Origenisti - Contro gli Ariani - Costumi della Chiesa cattolica e costumi dei Manichei - Disputa con Fortunato - Disputa con Felice - Contro Adimanto - Contro Secondino - Battesimo - Contro la lettera di Parmeniano - Contro la lettera di Petiliano - Lettera dei Cattolici ai Donatisti - Unico Battesimo contro Petiliano - Merito e remissione dei peccati - Natura e Grazia - Perfezione della giustizia dell'uomo - Grazia di Cristo e peccato originale - Origine dell'Anima - Grazia e libero arbitrio - Predestinazione dei santi - Dono della perseveranza - Commento al Vangelo di S. Giovanni - Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti - Esposizione sui salmi - Discorsi.

 

Giovanni di Corraduccio

Giovanni di Corraduccio, detto Mazzaforte (Foligno 1370-1440) fu attivo tra il 1404 e il 1437: in lui sopravvive la tradizione trecentesca, popolare, sacra, di fronte al dilagante gotico. Fu umile perché lavorò sempre per i conventi. Ma fu straordinario nel lavoro. Quasi tutti i suoi lavori sono assai persi. A lui vengono attribuiti vari affreschi a Foligno, a Sassovivo, a Castelbuono di Bevagna. A Montefalco di lui sala comunale si conserva una Madonna con Bambino, i SS. Fortunato e Severo e due angeli. Nella stessa città nel Museo di S. Francesco e da varie provenienze: Cappella dell'Annunziata: Cristo benedicente e quattro evangelisti; Cappella della Passione: cinque profeti, otto apostoli, Crocefissione, annunciazione, Noli me tangere, molti santi; Cappella dell'Assunta: Madonna con Bambino, Cristo e 12 apostoli, Quattro evangelisti, 4 dottori, profeti; Cappella Bennati: Scene della vita di Sant'Ignazio; in San Rocco: Quattro evangelisti, i ss. Pietro e Paolo, Madonna in trono e santi; in Sant'Agostino: Madonna della misericordia e Natività. Atri suoi affreschi si scoprono a Giano, a Spoleto, a Spello, a Fabriano, a Cagli, a Treia, a Vissoa a Napoli, a Camerino, a Zurigo, a Kenzlingen.