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PITTORI: Lorenzo Costa

Agostino consegna la Regola ai suoi discepoli

Agostino consegna la Regola ai monaci

 

 

LORENZO COSTA e GIACOMO FRANCIA

1510

Bologna, S. Maria della Misericordia

 

Agostino consegna la Regola ai suoi discepoli

 

 

 

 

Lorenzo Costa assieme a Giacomo Francia affrescò in Santa Maria della Misericordia a Bologna un sant'Agostino in trono che affida la sua regola a quattro discepoli che gli stanno intorno, fra i quali si è voluto riconoscere Martin Lutero. I quattro discepoli rappresentati sono attenti e compunti nell'espressione del viso, consci della responsabilità che si stanno assumendo.

Agostino sotto il manto vescovile e la mitra in testa indossa il saio scuro dei monaci agostiniani. La scena si svolge in una camera che si affaccia con due finestra su un panorama agreste semplice ma di grande serenità. L'affresco si trova su un pilastro fra due cappelle nella chiesa della Misericordia. Questa chiesa fu acquistata per mille lire dagli Agostiniani della Congregazione di Lombardia nel 1473 dai monaci Olivetani, che l'avevano lasciata venti anni prima per ritornare a S. Michele in Bosco. La chiesa era in condizioni disastrose, tuttavia la stima di cui godevano gli Agostiniani fece sì che si muovesse la solidarietà del Comune e delle famiglie facoltose di Bologna. L'edificio e il convento ritornarono così al primitivo splendore. In particolare la potente famiglia dei Bentivoglio, che era legata all'altra chiesa agostiniana di S. Giacomo, dove aveva la cappella di famiglia, non mancò di dirottarvi i suoi migliori artisti come il Francia e il Costa. L'affresco è dunque databile attorno al 1510. Questa data corrisponde all'anno in cui Martin Lutero (che dal 1501 al 1505 aveva soggiornato ad Erfurt), in viaggio per Roma, si fermò con il confratello che l'accompagnava, nel convento della Misericordia. Dicono i suoi biografi che lo accolse un inverno gelido e con molta neve.

particolare di Martin Lutero  (frate in basso a sinistra)

particolare di Martin Lutero (frate in basso a sinistra)

Che uno dei frati ritratti sia proprio Lutero non è scritto da alcuna parte, ma vari indizi lo fanno credere. Innanzitutto il significato dell'affresco è chiaro: Agostino è il grande dottore della Chiesa e fondatore dell'Ordine. Ai suoi piedi vi sono quattro personaggi che a quel tempo sono considerati i più rappresentativi del suo pensiero e della sua scuola. Martin Lutero non era ancora eretico e la sua fama può avere acceso la fantasia del priore o del committente. D'altra il confronto tra le immagini del giovane Lutero e l'affresco mostra somiglianze sorprendenti. E' interessante osservare che non molto tempo dopo, quando ormai Lutero era diventato eretico, il priore, che sapeva molto bene chi fosse quel frate raffigurato ai piedi di Agostino, fece dare una mano di bianco sulla parte inferiore dell'affresco, cancellando tutti e quattro i personaggi. Quetsa operazione non avrebbe avuto senso se non per nascondere qualcosa di scomodo. Solo nel 1931 un primo sommario restauro di pulitura aveva evidenziato la presenza dei quattro frati. Costa dipinse anche una pala con Agostino in San Giovanni in Monte sempre a Bologna nel 1497, per la cappella di Iacopo Chedini.

Agostino vi è raffigurato con la Madonna, Giovanni e altri santi. Secondo Vasari Francesco Francia dipinse il santo anche su una tavola per la cappella Bentivoglio in San Giacomo Maggiore a Bologna. Fu eseguita per Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna nel 1499 e raffigura la Vergine fra Floriano, Agostino, Giovanni Evangelista e Sebastiano. Un'altra sua opera si trova alla Pinacoteca di Bologna, un tempo fuor della porta in Strada Castiglione della Misericordia.

 

L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Alcuni studiosi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711.

L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.

Sulla data di stesura della Regula ad servos Dei ci sono diverse opinioni: una prima teoria indica come data probabile il 391, più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'Ippona, il monastero dei laici; una seconda teoria indica il 400 in coincidenza con il De opere monachorum; una terza sposta la data addirittura fino al 427-428, dopo il De correptione et gratia, in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel monastero di Adrumeto. La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al 400.