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PITTORI: Vittore Crivelli

Particolare di sant'Agostino di Vittore Crivelli

Agostino vescovo

 

 

VITTORE CRIVELLI

1489

Cambridge, Fitzwilliam Museum

 

Sant'Agata e sant'Agostino

 

 

 

 

Vittore Crivelli fa parte della famiglia di pittori veneziani dei Crivelli. Suo fratello è Carlo, di buone qualità artistiche. Lo troviamo attivo soprattutto tra il 1481 ed il 1500 con opere che richiamano ancora l'arte e la raffinata esecuzione dello stile gotico, con ampio uso di colori vivi e di oro. Un suo sant'Agostino è segnalato a Torre di Palme, a lui si deve anche un pannello di un Polittico smembrato oggi conservato al Fitzwilliam Museum di Cambridge, dove il santo nella predella appare in compagnia di sant'Agata. Il polittico presenta al centro la Vergine con il bambino in trono con san Bonaventura a sinistra e san Luigi di Tolosa a destra. Nella predella ci sono quattro coppie di figure di santi: S. Agata e S. Agostino; una donna non identificata francescana santa e santa Chiara d'Assisi; quattro Santi francescani maschili non identificati. Agostino reca nella mano destra un modello della Chiesa, che probabilmente gli è stata dedicata, mentre con la sinistra regge un libro, simbolo della sua immensa produzione teologica. L'espressione del viso è serena, lo sguardo penetrante. Le opere di Vittore si contraddistinguono per una accesa popolarità, contrapposta a quelle stupende e sontuose ma ascetiche e gelide del fratello Carlo. Fin dal 1481 dimora stabilmente a Montegranaro di Fermo dove lavora per molte parrocchie marchigiane. Probabilmente ebbe qualche commissione anche dai padri agostiniani che fino al 1652 dimorarono nel borgo, per la loro chiesa di S. Maria situata presso l'attuale municipio.

 

Sant'Agata e sant'Agostino di Vittore Crivelli

Sant'Agata e sant'Agostino

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6