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PITTORI: Vittore Crivelli

Vergine in trono con Agostino e santi di Vittore Crivelli

Vergine in trono con Agostino e santi

 

 

VITTORE CRIVELLI

1480-1490

Torre di Palme, chiesa di S. Agostino

 

Vergine in trono con Agostino e santi

 

 

 

 

Vittore nasce a Venezia nel 1440 e muore a Fermo nel 1502: fratello minore di Carlo, ha dipinto un sant'Agostino per la chiesa di S. Agostino a Torre di Palme (Fermo). Il polittico è composto da 12 scomparti a fondo dorato con una predella a 13 nicchie, collegati da cornice gotica, coeva, a forma di tabernacolo sporgente in avanti nel secondo ordine. Al centro è dipinta la Vergine in manto di damasco dorato su veste rossa, assisa in trono con sulle ginocchia il Bambino benedicente. Dietro si nota un tendaggio damascato, alla cui sommità è un festone di fiori: a sinistra S. Giovanni Battista in veste rossa, S. Agostino in veste rossa e manto bianco. Al centro, nella parte superiore, nel tabernacolo sporgente, cornici con tre nicchie entro le quali, in piedi, Cristo Risorto tra due angeli a braccia conserte. Ai lati di tale tabernacolo, a mezza figura, da sinistra, i santi Sebastiano, Gerolamo, in veste cardinalizia rossa; a destra Nicola da Tolentino in veste bruna e S. Caterina d'Alessandria. Nelle formelle delle predelle: al centro il Cristo; ai lati mezze figure dei dodici apostoli. Dello stesso autore è noto un altro sant'Agostino a Cambridge, al Fitzwilliam Museum.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)