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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Frediani VincenzoPITTORI: Frediani Vincenzo
Disputa dell'Immacolata Concezione con sant'Agostino vescovo
VINCENZO FREDIANI
1503
Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi
Disputa dell'Immacolata Concezione con santi
Vincenzo di Antonio Frediani dipinse quest'opera nel1503. Attualmente la pala è conservata presso il Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca. Fu dipinta per la chiesa francescana di San Francesco a Lucca e la sua struttura artistica abbonda di citazioni da Bernardo di Busti, con simboli tratti dalla litania della Vergine utilizzati per decorare il paesaggio. Fra i Santi che scopriamo in basso scopriamo Anselmo, Agostino e Duns Scotus che si uniscono con Davide e Salomone nell'esposizione della Vergine Immacolata Concezione. Ogni santo e profeta è etichettato, in modo da poterlo riconoscere. Il nome S. Antonio di Padova è scritto sotto la figura di Scoto che non era stato ancora canonizzato al momento della esecuzione del dipinto. La scoperta di un documento relativo alla commissione dell'opera ha permesso di individuare esattamente la sua identità. Le iscrizioni dalle litanie comprendono Plantatio Rose in Hiericho, Electa MirraE balsamus, mentre altri sono suggerite dal cedro e dalle palme sullo sfondo.
Vincenzo Frediani
Di questo autore abbiamo notizia fra il 1481 e il 1505. Tra i più prolifici e documentati pittori lucchesi di fine Quattrocento, Vincenzo di Antonio Frediani ha celato a lungo la propria identità anagrafica sotto lo pseudonimo di Maestro dell'Immacolata Concezione. Già nel 1476 lo troviamo documentato nella bottega di Matteo Civitali che collaborava con Baldassarre di Biagio. In base a questi dati possiamo collocare la data di nascita di Vincenzo nel sesto decennio. Già nel 1481 il Frediani risulta pittore autonomo. L'arrivo della tavola di Ghirlandaio a Lucca, intorno al 1480, ed il passaggio di Filippino Lippi, incidono profondamente sulla visione poetica del giovane lucchese. Può darsi che il Frediani abbia militato nella bottega di Filippino in questo breve ma intenso soggiorno lucchese.
Fra le opere riferibili al Frediani sono da collocare il falso Trittico con Madonna fra quattro santi oggi a Villa Guinigi, ma proveniente con molta probabilità dall'Ospedale di S. Pellegrino di Lunata, commissionato da Paolo Buonvisi, gli scomparti superstiti del Trittico di Montefegatesi le cui cimase con Padreterno e Annunziata sono forse quelle oggi alla Banca del Monte, il Trittico di Monaco, i bei disegni per le vetrate dell'abside del Duomo di Lucca nonché il rovinato affresco con Storie della Croce sulla controfacciata della medesima chiesa. Già in questi anni il Frediani riceve prestigiose commissioni. Nel 1482 Elisabetta del Voglia commissiona al pittore la tavola con la Madonna col Bambino fra i santi Sebastiano, Andrea, Giovannino e due angeli. Nel 1487 viene chiamato assieme a Michele Ciampanti per stimare la Pietà lignea di Matteo Civitali oggi a Villa Guinigi. Nel 1488 esegue la tavola con Madonna col Bambino fra due santi, due sante e due angeli di Ruota, l'ultima opera contraddistinta da una certa complessità compositiva. Nel 1490 è attestata la collaborazione con il pittore Luca da Montalcino. La apparente incapacità di convincenti aggiornamenti coincide con le opere dell'ultimo decennio che ci restituisce una serie di Sacre Conversazioni, tutte più o meno innestate sul modulo della tavola di Ghirlandaio in Duomo, la cui predella da alcuni viene riferita proprio allo stesso Vincenzo. A Frediani vanno riferite le lunette con busti di profeti che decoravano la sommità del pulpito marmoreo di Matteo Civitali nel Duomo. Ad una collaborazione con Michelangelo Membrini va invece attribuita la perduta Morte e Ascensione della Vergine di S. Maria a Colle. Ancora alle soglie del XVI secolo il prestigio del maestro gli vale la commissione della poderosa tavola centinata con l'Immacolata Concezione del 1503 per la Chiesa di S. Francesco, oggi a Villa Guinigi, cui deve essere di poco anteriore l'altrettanto grande Incoronazione della Vergine fra quattro santi di S. Maria dei Servi. Le due tavole, notevoli per le dimensioni, attestano l'irrigidimento del pittore su formule di un livello di qualità molto lontano dai suoi saggi giovanili. Vincenzo Frediani muore nel 1505.