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PITTORI: Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio

Agostino, particolare della Incoronazione della Vergine

Agostino, particolare della Incoronazione della Vergine

 

 

DOMENICO BIGORDI detto il GHIRLANDAIO

1486

Narni, dalla chiesa francescana di San Girolamo

 

 

L'Incoronazione della Vergine con Agostino, Monica e santi

 

 

 

Un'imponente rappresentazione impiantata su un duplice livello e ruotante intorno ad un perno di squillante luminosità, con angeli, santi, profeti che concorrono ad accentuare l'elemento sacrale. Questa è l'Incoronazione della Vergine, la pala commissionata nel 1486 a Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (1449 - 1494), per la chiesa narnese di San Girolamo, appartenente a quel tempo all'ordine degli Osservanti francescani, ed attualmente esposta nella sala del consiglio comunale di Narni. L'opera è divisa in due registri, non solo visivamente, ma anche gerarchicamente distinti ...

L'opera è divisa in due registri, non solo visivamente, ma anche gerarchicamente distinti. La parte in alto è occupata da Cristo che incorona la Vergine sotto un padiglione aureo, sul quale sono ricamate le parole "VENI ELECTA MEA ET PONA[M IN TE THRONUM MEUM]" (Vieni o mia eletta e stabilirò il mio trono su di te), derivanti dalla pratica liturgica, essendo parte della quarta antifona cantata durante la messa nelle festività mariane. Dopo aver esaminato tutti i santi dell'emiciclo esterno - i più visibili e quindi anche più importanti e facilmente riconoscibili - proviamo ad identificare quelli dell'arco interno, di cui, in molti casi, l'artista ha dipinto solo la testa emergente dietro le altre.

Alle spalle di San Francesco sulla destra, spiccano due personaggi che proprio l'abbinamento permette di individuare in Sant'Agostino, dalla mitra vescovile gemmata e ricco piviale ricamato. Poco discosta si nota anche il viso di sua madre, l'anziana Santa Monica, con l'abito monacale bianco e nero.

 

 

Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio

Domenico Ghirlandaio (nato a Firenze nel 1449 e ivi morto nel 1494) fu contemporaneo di Botticelli e di Filippino Lippi. È considerato un grande maestro del Rinascimento ed è soprattutto famosa la sua abilità nel ritratto, che usò spesso immortalando i più famosi personaggi della Firenze dell'epoca. Nel 1480 Ghirlandaio dipinse un San Girolamo e altri affreschi nella chiesa di Ognissanti, a Firenze, e un'Ultima Cena a grandezza reale nel suo refettorio. Dal 1481 al 1485 fu impegnato sugli affreschi nella sala dell'Orologio di Palazzo Vecchio detta anche dei Gigli. Vi dipinse San Zanobi con i Santi Lorenzo e Stefano, un'opera metafisica con molte strutture architettoniche, medaglioni di eroi dell'antica Roma ed altri preziosi dettagli, creando stupore prospettico e dignità architettonica. Mentre era ancora occupato a Firenze, venne convocato a Roma da Papa Sisto IV per dipingere la Cappella Sistina. Prima del 1485 ha eseguito gli affreschi nella cappella di Santa Fina nella città toscana di San Gimignano. Conclusi i lavori ritornò a Firenze e avviò nella chiesa di Santa Trinita e successivamente in Santa Maria Novella le opere che gli confermarono la celebrità. Gli affreschi nella cappella Sassetti di Santa Trinita sono sei episodi della vita di San Francesco, insieme ad alcuni soggetti classici, datati 1485.

Lavorò quindi alla cappella Tornabuoni che fu riaperta e completata nel 1490. Ghirlandaio morì di peste l'11 gennaio del 1494 e fu sepolto a Santa Maria Novella. Si sposò due volte e lasciò sei figli, di cui tre maschi. Ebbe una lunga ed onorevole linea di discendenza, giunta al termine intorno al XVII secolo, quando l'ultimo membro intraprese la vita monastica.