Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Jacomart Jaime

PITTORI: Jacomart Jaime

Battesimo di sant'Agostino a Milano

Battesimo di sant'Agostino

 

 

JACOMART JAIME BACO

1447-1455

Xàtiva, Basilica Collegiata di S. Anna

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

Il dipinto che rappresenta il battesimo di Agostino fa parte di una grande Retablo, una tavola dipinta a olio, detto di S. Anna che si trova a Xàtiva nella regione di Valencia.

Attorno al fonte battesimale si è raggruppata una folla di fedeli che partecipa al battesimo di Agostino. Il santo, con una aureola sul capo, reclina la testa su cui il vescovo Ambrogio sta versando dell'acqua. Alla sua sinistra si nota chiaramente la madre Monica, anch'essa con l'aureola in testa. Altri personaggi assistono alla scena, ma risulta difficoltoso individuare le figure che di solito compaiono in questa scena e cioè Alipio, Adeodato e Simpliciano.

La scena si svolge all'interno di un grande edificio a colonne con archi che richiama una chiesa.

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14