Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Filippino Lippi

PITTORI: Filippino Lippi

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa di Filippino Lippi

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FILIPPINO LIPPI

1496

Raleigh, North Carolina Museum of Art

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La raffigurazione di Agostino è stata realizzata a tempera su una tavola di 30,5 x 21.0 cm da Filippino Lippi (1457-1504). Il pittore la eseguì con ogni probabilità verso il 1496 assieme ad altre immagini di santi, fra cui certamente un san Donato, di fattura artistica e compositiva simile. La tavola costituiva un pannello della predella per l'Adorazione dei Magi, oggi conservata agli Uffizi di Firenze. L'opera fu realizzata da Filippino per l'altare maggiore della chiesa di san Donato a Scopeto, che era retta da Canonici Regolari della Congregazione di San Salvatore di Bologna. La chiesa e il convento vennero distrutti dai fiorentini nel 1529 per meglio difendersi dall'assedio di Carlo V. La pala fu commissionata a Lippi dopo che Leonardo da Vinci lasciò incompiuta una analoga opera.

L'opera, che si conserva nel North Carolina Museum of Art di Raleigh, vi è pervenuta da una donazione della Fondazione Samuel H. Kress.

Il santo vi è stato raffigurato a mezzo busto con gli abiti episcopali e la mitra in testa circondata da un'aureola. Il santo è raccolto in lettura di un libro aperto di grosse dimensioni che tiene in mano. Altri libri chiusi sono accatastati su una specie di mensola che riporta ben evidente la scritta S. AGVSTINUS. Oltre alla immagine di san Donato la predella era completata da due coppie di santi legati alla devozione dei canonici regolari e cioè Ubaldo e Frediano, Alberto e Bernardo di Mentone.

 

Filippo Lippi, detto Filippino Lippi per distinguerlo dal padre nacque a Prato nel 1457 e morì a Firenze nel 1504. Dal suo maestro Sandro Botticelli riprese lo stile lineare, ma lo usò per creare opere in cui risaltasse il carattere irreale della scena con figure allungate e scene ricche di dettaglio fantasiosi. Tra il 1488 e il 1492 fece un viaggio a Roma, dove studiò i monumenti antichi e gli affreschi di Pinturicchio. Ritornato a Firenze, vi portò il gusto per la decorazione a grottesche, che nei suoi dipinti divenne decorazione "animata", misteriosa, fantastica e inquietante, legandosi al clima di crisi politica e culturale della Firenze di Girolamo Savonarola.

La pittura di Filippino è certamente tra le più rappresentative dell'evoluzione artistica fiorentina di fine Quattrocento: dall'età dell'equilibrio e della purezza lineare l'arte venne traghettata all'esasperazione espressiva e alle tensioni appassionate, che sfociarono poi nel manierismo.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.