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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Filippino LippiPITTORI: Filippino Lippi
La Vergine e santi con il Bambino sulle ginocchia ed il piccolo Battista
FILIPPINO LIPPI
1490-1495
Fabbrica, Pieve di san Saturnino
La Vergine e santi con il Bambino sulle ginocchia ed il piccolo Battista che lo accarezza
Questo magnifico dipinto viene attribuito a Filippino Lippi (1457-1504) e raffigura la Madonna con Bambino in braccio con Giovannino e diversi santi, fra cui Agostino. L'opera si trova circa a metà della navata di destra destra. Entrando più nei dettagli il dipinto raffigura la Vergine con Gesù fanciullo sulle ginocchia ed il piccolo Battista che lo accarezza. A sinistra si nota santa Margherita di Antiochia inginocchiata in preghiera e san Pietro Martire da Verona con la testa tagliata da una spada. A destra la figura in piedi è sant'Agostino vestito da vescovo (per qualche critico il santo potrebbe essere riconosciuto in san Giusto, patrono di Volterra) e la donna in ginocchio è santa Maria Maddalena con il tradizionale vasetto di alabastro con cui avrebbe unto i piedi di Gesù prima della sua passione.
Lo sfondo dell'opera ricorda il paesaggio delle balze volterrane. La Pieve di Fabbrica è una delle chiese più antiche della Provincia di Pisa. La sua struttura originaria risale al X secolo e la sua facciata, austera ed imponente, è semplice con alcune formelle basali rozzamente scolpite. L'interno è a tre navate divise da arcate alquanto irregolari. E' probabile che le absidi laterali fossero ornate da eleganti archetti pensili. Lacerti dell'antica decorazione si possono osservare nella parte finale dell'ultimo arco presso l'altare di sant'Antonio. Un primo restauro della chiesa fu eseguito nel 1405 dalla potente famiglia dei Gaetani, un altro fu operato nel 1700 e un terzo nel 1832.
Filippino Lippi
Filippo Lippi, detto Filippino Lippi per distinguerlo dal padre nacque a Prato nel 1457 e morì a Firenze nel 1504. Dal suo maestro Sandro Botticelli riprese lo stile lineare, ma lo usò per creare opere in cui risaltasse il carattere irreale della scena con figure allungate e scene ricche di dettaglio fantasiosi. Tra il 1488 e il 1492 fece un viaggio a Roma, dove studiò i monumenti antichi e gli affreschi di Pinturicchio. Ritornato a Firenze, vi portò il gusto per la decorazione a grottesche, che nei suoi dipinti divenne decorazione "animata", misteriosa, fantastica e inquietante, legandosi al clima di crisi politica e culturale della Firenze di Girolamo Savonarola.
La pittura di Filippino è certamente tra le più rappresentative dell'evoluzione artistica fiorentina di fine Quattrocento: dall'età dell'equilibrio e della purezza lineare l'arte venne traghettata all'esasperazione espressiva e alle tensioni appassionate, che sfociarono poi nel manierismo.