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PITTORI: Maestro Vitae Imperatorum

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO VITAE IMPERATORUM

1440

Parigi, Biblioteca Nazionale ms. Lat. 760

 

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

Presso la Biblioteca Nazionale a Parigi è conservato il manoscritto ms. Lat. 760 del cosiddetto Maestro delle Vitae Imperatorum, o della sua bottega, dove al foglio 505v è raffigurato il celebre episodio di sant'Agostino che incontra un Bambino sulla spiaggia.

Il manoscritto è un Breviario francescano per i frati minori di Milano. Lo si arguisce dalla presenza di un calendario con i santi della città lombarda. La miniatura, dalle dimensioni di 4x5 cm, illustra il capolettera A(desto Domine supplicationibus nostris), l'incipit di una preghiera ad Agostino (Crusenius 1623, I, 31) riportata, nella sezione del Santorale, proprio nel giorno della sua festa, che è il 28 agosto.

La scena illustrata dal miniaturista sviluppa il tema trinitario di Agostino utilizzando il leggendario episodio dell'incontro del santo con Gesù, sotto l'aspetto di un bambino sulla spiaggia che tenta di svuotare il mare con un cucchiaio.

Agostino, con la mitra in testa, è raffigurato nei suoi paramenti episcopali sovrapposti al nero saio dei monaci eremitani agostiniani. Egli si sta chinando per interloquire con il Bambino, seguendo in tal modo la forma della lettera A. Con le mani regge un libro e tiene tutto il necessario per scrivere. Si nota un calamaio e uno strumento che assomiglia ad un astuccio per le penne. Il Bambino è caratterizzato dal nimbo crociato. Se ne sta seduto sulla sabbia con nella mano sinistra un cucchiaio, mentre con la destra si rivolge al santo. Il miniatore ha riprodotto come sfondo l'ambiente di un paesaggio marino, definendo nei dettagli le dune e le onde increspate. La miniatura viene attribuita alla bottega del cosiddetto Maestro delle Vitae Imperatorum, attivo a Milano per i Visconti, e che deve la sua denominazione alla decorazione dell'opera di Svetonio, realizzata per Filippo Maria Visconti nel 1431.

 

L'episodio descritto in questa leggenda è noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.