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PITTORI: Algardi Alessandro

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ALGARDI ALESSANDRO

1670-1675

Genova, chiesa dei SS. Vittore e Carlo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questo busto in bronzo alto 70 cm che raffigura sant'Agostino viene attribuito ala bottega dell'Algardi e si reputa che sia stato realizzato fra il 1670 e il 1675. Si trova nella chiesa dei SS. Vittore e Carlo a Genova nella cappella Franzone o cappella del Crocifisso.

La chiesa fu progettata nel 1629 dall'architetto Bartolomeo Bianco e terminata nel 1635 dai frati carmelitani Scalzi, che la detennero fino al 1974. La facciata a loggiato risale all'anno 1743 e fu costruita a spese di Eugenio Durazzo che la volle decorata con marmi e stucchi. La chiesa, inizialmente dedicata solo a san Carlo, fvenne fondata dal carmelitano scalzo P. Agatangelo di Gesù e Maria al secolo Giovanni Agostino Spinola. Fu lui ad acquistare il terreno dove far sorgere l'edificio e inoltre ne finanziò la costruzione, affidando il progetto all'architetto Bianco.

Il busto ci presenta un Agostino dall'aspetto inconsueto, senza particolari attributi iconografici. Il volto è molto espressivo, con uno sguardo penetrante ed efficace e dai lineamenti armonici. Una barba apparentemente non curata, proprio come i capelli, riesce a conferire una forte dinamicità al personaggio.

 

 

Alessandro Algardi (1598-1654)

Cresciuto artisticamente presso l'Accademia di Ludovico Carracci a Bologna, l'Algardi fu principalmente uno scultore. Tuttavia nella sua prima fase di attività lo vediamo curare l'arte di orafo a Mantova, chiamatovi dal duca Ferdinando Gonzaga (1612-1626). Nella città dei Gonzaga egli soggiornò dal 1620 al 1624. Nel 1625 si trasferì a Roma dove si occupò del restauro di statue antiche su incarico del cardinale Ludovico Ludovisi. Grazie a questo lavoro poté conoscere ed approfondire la sua conoscenza del patrimonio classico e migliorare la qualità delle sue opere a livello figurativo. I primi lavori che portò a termine in questo periodo, come le statue di San Giovanni Evangelista e di Santa Maria Maddalena per la Cappella Bandini in San Silvestro al Quirinale (1628-1629), rivelano evidenti influssi berniniani che avvicinano l'Algardi alla corrente del classicismo, particolarmente diffusa nella Roma di quegli anni.

Fra le opere più interessanti dell'Algardi possiamo citare la statua in bronzo di Innocenzo X eseguita fra il 1649 e il 1650 (al Palazzo dei Conservatori), la pala con L'incontro di papa Leone I e Attila (1646-1653) e la Tomba di Leone XI (1634-1644), entrambi in San Pietro. L'Algardi evitò l'uso di marmi policromi, optando piuttosto per il marmo bianco di Carrara come è ben visibile nell'opera che realizzò per la chiesa di san Nicola a Roma. Algardi fu inoltre un apprezzato ritrattista, capace di fondere il fine realismo della scuola bolognese ad una nobile compostezza. Si possono citare a tal proposito diversi ritratti, fra cui quello di Garzia Mellini in Santa Maria del Popolo, il Busto del Cardinale Laudivio Zacchia (1626) al Museo di Berlino, la raffigurazione di Roberto Frangipane in San Marcello al Corso e infine quella di Olimpia Pamphili nella Galleria Doria Pamphilij.