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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Philippe De ChampaignePITTORI: Philippe De Champaigne
Sant'Agostino cardioforo di Philippe De Champaigne
PHILIPPE DE CHAMPAIGNE
1645-1650
Los Angeles, County Museum of Art
Sant'Agostino cardioforo
In questa tela di Philippe de Champaigne, conservata in una Collezione privata californiana, Agostino è rappresentato come cardioforo: cioè porta in mano il cuore fiammante, che ricorda il suo smisurato amore per Dio. Il riferimento è al nono libro delle Confessioni dove Agostino scrive: Sagittaveras tu cor meum charitate tua. Questa espressione di Agostino, che sarà ripresa anche in altri passi delle Confessioni e di altre opere, avrà grande fortuna nella agiografia e nella iconografia agostiniana anche recente. De Champaigne ci propone un Agostino allo scrittoio quasi folgorato dalla luce che proviene a sinistra in alto e che riempie tutta la scena fino al cuore fiammante. Questa tela fu ripresa da diversi autori e incisori in forme del tutto simili.
De Champaigne nacque a Bruxelles nel 1602 e morì a Parigi nel 1674. Maria de' Medici nel 1628 lo nominò pittore di Corte, incarico che conservò anche con Luigi XVII. Celebri furono i suoi ritratti. Nel 1648 con Le Brun è tra i fondatori della Accademia ma si allontana dalla pittura ufficiale in coincidenza con il suo avvicinamento al movimento giansenista. La spiritualità intensa, il moralismo severo del monastero di Port-Royal conferiscono nuova linfa alla sua pittura. Respinta ogni compiacenza barocca, raggiunge la purezza formale che si traduce in figure immobili o ascetiche, conservando le grandiosità dei ritratti giovanili. Fu imitato in molteplici occasioni, anche con riproduzioni a stampa. Ne è un esempio fra tanti quello di un ignoto pittore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3
Philippe de Champaigne
nacque a Bruxelles nel 1602. Maria de' Medici nel 1628 lo nomina pittore di corte, un incarico che conserverà anche con Luigi XIII. Sono celebri i suoi ritratti. Nel 1648 con Le Brun è tra i fondatori dell'Accademia, ma si allontana dalla pittura ufficiale in concomitanza con il suo avvicinamento al movimenti giansenista.
Le spiritualità intensa, il moralismo severo del monastero di Port-Royal conferirono nuova linfa creativa alla sua pittura. Respinta ogni compiacenza barocca raggiunge la purezza formale che si traduce in figure immobili e ascetiche, conservando le grandiosità dei ritratti giovanili.