Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Philippe de Champaigne

PITTORI: Philippe de Champaigne

La scena del tolle lege

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

 

 

PHILIPPE DE CHAMPAIGNE

1650

Magny-les-Hameaux, Museo di Port-Royal des Champs

 

La scena del tolle lege

 

 

 

Philippe de Champaigne dipinse questa splendida tela ad olio verso il 1650. L'opera delle dimensioni di 65 x 83 cm raffigura un celebre episodio della vita di Agostino, che gli accadde durante il suo soggiorno milanese. L'impostazione complessiva riprende analoghe raffigurazioni del suo secolo, ma ne arricchisce i contenuti offrendo una nitida scenografia in un idilliaco ambiente seicentesco.

Il santo è raffigurato con un vivace dinamismo che mette in luce il suo stato d'animo in risposta alla voce che dal cielo scende a chiamarlo ad una conversione di vita. Dalle nuvole grigie in alto a sinistra esce impetuosa una fascia di luce con la scritta TOLLE LEGE TOLLE LEGE che investe il volto di Agostino. I suoi occhi e l'intero viso si volgono nella sua direzione, attoniti e meravigliati, consapevoli ormai della scelta di vita che sta per prendere. Il libro aperto che Agostino regge con la mano sinistra appoggiandolo al fianco esprime simbolicamente l'atto finale del suo percorso spirituale, dove ha letto san Paolo. Agostino semi inginocchiato sta sotto un albero di fico in mezzo a un grandioso e ben curato giardino con fontane, alberi e colonnati.

A destra all'entrata di una casa si vedono in piedi due figure. Una potrebbe essere proprio Monica a cui Agostino riferirà la sua decisione di farsi catecumeno.

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

 

Philippe de Champaigne

Nacque a Bruxelles nel 1602. Maria de' Medici nel 1628 lo nomina pittore di corte, un incarico che conserverà anche con Luigi XIII. Sono celebri i suoi ritratti. Nel 1648 con Le Brun è tra i fondatori dell'Accademia, ma si allontana dalla pittura ufficiale in concomitanza con il suo avvicinamento al movimenti giansenista. Le spiritualità intensa, il moralismo severo del monastero di Port-Royal conferirono nuova linfa creativa alla sua pittura. Respinta ogni compiacenza barocca raggiunge la purezza formale che si traduce in figure immobili e ascetiche, conservando le grandiosità dei ritratti giovanili.