Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Giovan Battista Crespi detto il CeranoPITTORI: Giovan Battista Crespi detto il Cerano
Incoronazione della Vergine fra sant'Agostino e san Bonaventura
GIOVAN BATTISTA CRESPI detto il CERANO
1620-1625
Trecate, Oratorio di S. Maria del Gonfalone
Incoronazione della Vergine fra i santi Agostino e Bonaventura
A Trecate, in provincia di Novara, nei pressi della parrocchiale e della chiesa di San Francesco sorge l'oratorio dedicato a Santa Maria del Gonfalone, sede della omonima Confraternita. A Trecate, come in altre località, le Confraternite ebbero molta importanza nel periodo tra il XV e il XVIII secolo, non solo dal punto di vista religioso, ma soprattutto da quello sociale. Era infatti loro compito organizzare autonomamente momenti aggreganti all'interno della vita parrocchiale, quali le processioni, i riti in preparazione della Pasqua e altri ancora.
L'oratorio fu edificato verso la fine del Cinquecento e nel 1657 contava già 140 adepti, uomini e donne, che si abbigliavano con un saio di tela bianca e si incappucciavano. All'interno della costruzione, ad aula unica rettangolare, è in bella mostra la grande pala, dipinta a olio, di Giovan Battista Crespi detto il Cerano, raffigurante l'Incoronazione della Vergine fra Sant'Agostino e San Bonaventura, superbamente incorniciata da una coeva ancona lignea dorata.
L'attività giovanile si sviluppa nella periferia lombarda, a Cerano, Trecate, Novara e poi Milano, dove Giovan Battista lavora a fine Cinquecento sotto la protezione di casa Borromeo. La prima maturità si esprime con i grandi teleri del 1610, realizzati in occasione della canonizzazione di San Carlo Borromeo per il Duomo di Milano. La svolta stilistica e culturale, dal manierismo internazionale all'adesione al primo barocco, a contatto di artisti come Giulio Cesare Procaccini e Rubens, si sviluppa sino all'ultimo ventennio, in cui la sua pittura si dissolve in visioni di luce e colore. È l'apice di una brillante carriera riconosciuta da Federico Borromeo, che lo elegge il 25 giugno 1620 principe di pittura della appena fondata Accademia Ambrosiana e in seguito primo maestro del Duomo. Molti i capolavori, come i Cristi morti, le Decollazioni e Flagellazioni giovanili, che rivelano una cultura molto ampia, assimilata in Valsesia, dove il padre Raffaele era ben inserito come pittore, e la Milano di fine secolo.