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Sant'Agostino scrive sul cuore di Santa Maria Maddalena
CURRADI FRANCESCO
1610
Roma, Gabinetto delle Stampe
Sant'Agostino scrive sul cuore di Santa Maria Maddalena
Curradi divenne il ritrattista ufficiale di santa Maria Maddalena de' Pazzi, di cui ne riprodusse l'effigie in svariate occasioni. In particolare il pittore ha disegnato varie scene della vita della santa, fra cui questa con la tecnica a sanguigna che raffigura l'episodio leggendario in cui sant'Agostino le scrive sul cuore con una penna la frase Verbum caro factum est.
Il disegno riporta nel margine inferiore il testo che spiega il significato della scena descritta: "L'appare Sant'Agostino suo Divoto e le scrive nel cuore a lettere d'oro e di sangue Verbum caro factum est."
In una scenografia spoglia l'osservatore è naturalmente attratto dall'immagine centrale che vede protagonisti Agostino e Maddalena. Il santo, nelle sue vesti episcopali con la mitra in testa, si avvicina a Maddalena e con una penna che impugna con la mano destra, le scrive sul cuore. Agostino, dal volto maturo e con una elegante barba, guarda la santa e sembra volerle dire qualche parola. A sua volta Maddalena esprime un volto stupito per quanto sta accadendo, ma nello stesso tempo accondiscendente all'azione del santo.
La scena si svolge in un paesaggio evanescente di sole nuvole, che rendono irreale e mistico l'incontro fra i due santi.
Curradi Francesco
Francesco Curradi nacque a Firenze nel 1570. Figlio dello scultore Taddeo Curradi, fu avviato alla pittura nella bottega di Giovanni Battista Naldini. Nel 1590 lo troviamo immatricolato nella corporazione dei pittori. Nelle sue prime opere si notano analogie stilistiche con i pittori fiorentini della riforma, come Jacopo Ligozzi e Santi di Tito. Dal primo Seicento Curradi abbandonò lo stile tardo manierista di Naldini e iniziò a seguire la lezione di Cigoli e Passignano. Le sue migliori opere furono realizzate partire dal 1610-1620 circa, con le tele della Crocifissione e della Deposizione per la Compagnia di San Niccolò del Ceppo (1610), la Crocifissione con sant'Agostino e i Dolenti nella cattedrale di Volterra (1611), il Sant'Eustachio per il convento di San Domenico al Moglio (1612) e la monumentale Assunzione della Vergine per la pieve di Santa Maria a Dicomano (1613).
Fra il 1616 e il 1617 fu impegnato con i più noti pittori fiorentini contemporanei nella decorazione della Casa Buonarroti, dove realizzò una tela della Fama che innalza Michelangelo sopra agli altri pittori. In questi anni realizzò alcune delle sue opere più celebri e riuscite, come la Predica di san Francesco Saverio agli Indiani per la chiesa di San Giovannino degli Scolopi a Firenze (1622), o il Narciso al fonte e l'Erminia fra i pastori (1622) commissionati dal cardinale Carlo de' Medici per decorare il Casino di San Marco. Questi lavori lo affermarono come artista di corte, ricercato anche nella realizzazione di soggetti profani. Dipinse sette lunette su tela con la Storie di Maria Maddalena nella cappella restaurata della villa di Poggio Imperiale. La sua attività non subì mutamenti di stile, quanto piuttosto una certa semplificazione delle composizioni e un intorbidamento dei colori usati. All'ultima fase della sua attività risalgono un'Incoronazione della Vergine (1646) per il romitorio delle Celle del Paradisino di Vallombrosa, con altri dipinti di Santi vallombrosani (1648); la Predica del Battista per la cappella Rondoni nella chiesa di Santa Trinità a Firenze (1649). Si spense nel 1661 a Firenze e dopo una prima sepoltura in Santa Felicita venne definitivamente tumulato nella tomba di famiglia in San Gaetano.