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PITTORI: Pietro Antonio Ferro

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

 

 

PIETRO ANTONIO FERRO

1600-1620

Teggiano, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

 

 

 

All'interno della chiesa di sant'Agostino a Teggiano è collocata una discreta tela che raffigura una Madonna col Bambino tra i Santi Agostino e Monica.

Al centro della scena, seduta su delle nuvole, si trova una Madonna sul cui capo due angeli stanno ponendo una corona. Sulle sua ginocchia è seduto il bambino nudo e benedicente con una postura dinamica abbastanza inusuale, quasi volesse divincolarsi. Nella fascia inferiore della composizione il pittore ha dipinto Agostino a sinistra e Monica a destra. Entrambi volgono lo sguardo verso l'alto in direzione della Vergine. I due angeli portano con sè nella mano destra la cintura simbolo di fedeltà, che offriranno ai due santi.

Agostino indossa i paramenti episcopali, ma sotto il piviale si nota apertamente la presenza del saio nero dei monaci che seguono la sua regola. Con la mano destra regge il bastone pastorale, mentre la sinistra è appoggiata al cuore in segno di contrizione. Una sottile aureola gli circonda il capo calvo. Una folta barba grigiastra gli scende dalle guance di un volto dall'espressione grave ed anziana. La sua mitra è deposta ai piedi sopra un grande libro. Anche Monica ha un volto severo, dai lineamenti duri. Indossa l'abito delle monache agostiniane e regge con la mano sinistra un libro chiuso. La mano destra sembra voler indicare alcuni penitenti che sono immersi in acqua e che volgo le braccia verso il cielo.

Centralmente si può vedere anche uno stemma che reca al centro una lepre, probabilmente a ricordare il committente.

Il dipinto fu commissionato infatti dal Padre Maestro Antonio Lepre. Purtroppo non è nota in quali anni egli abbia retto le sorti della chiesa di sant'Agostino. La scritta a lettere capitali che si trova in basso al centro del quadro conferma questa supposizione, dato che la dicitura in latino EX DEVOTIONE HOC OPUS/ FACTU EST P.M. ANTONII LEPERIS conferma la committenza di Antonio Leperi.

L'opera non è firmata ma alcuni studiosi ravvisano elementi che lo avvicinano allo stile pittorico di Pietro Antonio Ferro, che fu attivo in Basilicata fra Cinquecento e Seicento.

 Il dipinto è stato rintelato in occasione di un restauro, che ha visto la ridipintura di alcune zone e la ricucitura degli strappi, presso il capo della Vergine e sul petto del Santo.

 

I principi Sanseverino favorirono l'insediamento degli ordini religiosi e, tra gli altri, giunsero a Teggiano gli agostiniani, che fondarono un convento con la relativa chiesa dedicata a sant'Agostino. Il complesso oggi è collocato sulla piazza intitolata al Vescovo Valentino Vignone, dove si affacciano anche il palazzo della Curia vescovile, il seminario diocesano e il Museo Diocesano San Pietro.

Un ampio scalone in pietra, i cui gradoni vanno via via rimpicciolendosi, conduce all'entrata della chiesa, che presenta una facciata a capanna. La sua struttura architettonica presenta linee vigorose, irrobustite da due finestroni simmetrici rispetto all'elegante portale in pietra. Qui è posta una iscrizione che reca la data del 1370, anno di costruzione dell'edificio. Sul lato destro della facciata svetta il campanile a pianta quadrangolare.

 

 

Pietro Antonio Ferro

Incerta è la sua data di nascita, che si presume sia avvenuta intorno al 1570. Incerto è anche il luogo di nascita, per quanto in un contratto stipulato nel 1601 si dichiarò "pictore de tera Ferandina". In altri atti successivi compare invece come "pictore della città de Tricarico". Ebbe due figli, Carlo e Giovanni Battista, entrambi pittori. Fu attivo in gran parte della Basilicata e in particolare nei comuni della diocesi di Acerenza e Matera. Le sue opere firmate vanno dal 1601 al 1634. Nel primo decennio il suo stile è caratterizzato da opere didascaliche dove prevale il messaggio della Contro Riforma. A questo periodo risale la sua prima opera documentata che ci presenta una Madonna Immacolata con i santi Francesco e Antonio conservata nella chiesa di San Michele a Pomarico. Sono note anche un'altra Immacolata nella chiesa dei Cappuccini a Ferrandina, una Decollazione del Battista del 1606 e una Madonna del Carmine col Battista e san Francesco nella chiesa parrocchiale di Pietrapertosa, una Madonna con bambino e i santi Bartolomeo e Martino del 1607 nella chiesa madre di Santa Maria Maggiore a Miglionico, e il Martirio di sant'Erasmo nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Tricarico.

Dopo il 1610 Ferro iniziò ad affrancarsi dal manierismo pietistico e devozionale per ricercare nuovi spunti e uno stile improntato al decorativismo. Nel 1611 affrescò un ciclo nella chiesa di Santa Chiara a Tricarico e nel 1612 avviò la decorazione a fresco della chiesa del Carmine ancora a Tricarico, che concluse nel 1616. Nell'ultima fase della sua attività Ferro sperimentò le novità della pittura di Caravaggio: tra il 1621 e il 1623 eseguì vari dipinti per la chiesa di San Francesco a Tolve. Al 1622 risale un'Annunciazione nella chiesa del Purgatorio di Irsina. Altre sue opere troviamo nella chiesa di Sant'Antonio ad Avigliano, nella chiesa di Sant'Antonio a Pomarico, mentre l'ultimo suo lavoro firmato, datato 1634, una Deposizione, si trova nel duomo di Tricarico. Dopo il 1634 continuò a collaborare con i figli Carlo e Giovanbattista. Nel 1652 era ancora in vita e non si conosce l'anno della sua morte.