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PITTORI: Guerrieri Giovanni Francesco

Madonna della cintura con Agostino e Monica

Madonna della cintura con Agostino e Monica

 

 

GUERRIERI GIOVANNI FRANCESCO

1621

Fossombrone, chiesa di Sant'Agostino

 

Madonna della cintura con Agostino e Monica

 

 

 

Opera di notevole pregio è questa pala d'altare, opera di Guerrieri Giovanni Francesco, che raffigura la Madonna con il Bambino e i santi Agostino e Monica. La vergine e il bambino sono nell'atto di donare ai due santi la sacra cintura. L'opera è conservata nel secondo altare di sinistra della chiesa di sant'Agostino a Fossombrone. La tela reca la data dell'anno 1621 ed è firmata dall'autore Giovanni Francesco Guerrieri.

Al centro della scena troviamo la Vergine in trono che regge in braccio il Bambino: entrambi offrono una nera cintura ad Agostino a sinistra e Monica a destra. Due gruppi di tre angeli ciascuno reggono numerose altre cinture alle spalle della Vergine e osservano attenti quanto succede sotto di loro. Monica indossa la tunica monacale nera delle suore agostiniane ed anche Agostino, sopra il piviale, mostra in piena evidenza la tunica nera degli eremitani agostiniani. Il volto del santo ha un aspetto maturo con una folta barba grigia e lo sguardo rivolto verso il Bambino che gli offre la cintura.

In testa porta una semplice mitra bianca e non v'è cenno del suo bastone pastorale. Un singolo angelo sotto la scena principale offre la cintura ad un folla di papi e di re, che osservano attenti la scena che li sovrasta.

La chiesa di S. Agostino a Fossombrone risale al XIV secolo, ma è stata ampiamente rimaneggiata in stile neoclassico da Camillo Morigia nel primo Ottocento. La facciata reca lo stemma a scacchiera dei Signori Malatesta e l'emblema degli Speziali o Aromatarii, un mortaio con pestello. La facciata è ingentilita da un notevole portale in arenaria e da una porta lignea con statue dei santi Agostino e Monica realizzate nel Settecento. L'interno presenta una sola navata ed ha come pala dell'altare maggiore una Natività di Federico Zuccari.

 

La chiesa fu completata nel 1387 e fu consacrata nel 1398 col titolo di Santa Maria. L'edificio in stile romanico fu sopraelevato e prolungato in due fasi nel 1635 e nel 1802. Il nuovo portone ligneo, realizzato nel 1635 da intagliatori locali, reca la statua di sant'Agostino e di santa Monica. Fino alla costruzione della chiesa di San Filippo, ospitò i sepolcri di alcune illustri famiglie quale i Bentivogli, i Rufo-Cattabeni, i Peruzzini, i Tacchini e i Sabbatelli. Tutti questi sepolcri furono distrutti alla fine del Settecento, quando la chiesa fu allungata con l'aggiunta dell'abside e sopraelevata sotto la direzione dell'architetto ravennate Camillo Morigia (1743-1795). L'interno della chiesa ha una propria dinamica architettonica grazie alle alte colonne, che definiscono sei cappelle. Adiacente alla chiesa si sviluppa un chiostro, ma nella Relazione del 1650 si dice che ne esistevano due: «È di struttura con doi chiostri imperfetti di sotto e di sopra con logge e orto e in numero di 15 habitationi per i padri compresovi la forasteria, camere per chierici e diverse camere doppie» -. Si entrava nel chiostro attraverso un bel portale a bugne lisce con la soprastante statua in pietra di sant'Agostino inserita dietro una piccola nicchia. Nel 1793 vi dimoravano sei religiosi. Il convento venne soppresso nel 1810.

 

 

Giovanni Francesco Guerrieri

Questo pittore è noto anche come Giovanni Francesco Guerrieri da Fossombrone, perché nacque in questa città nel 1589. Guerrieri è stato un artista di spicco nell'orizzonte culturale pittorico marchigiano della prima metà del Seicento. La sua pittura fu spesso paragonata dai suoi contemporanei a quella di Caravaggio, sia pure con toni più tenui. Caravaggio in effetti fu un modello per lui in età giovanile, quando trascorse un periodo formativo a Roma. Le sue opere sono conservate in vari musei, pinacoteche e chiese nel pesarese e nell'urbinate.

Quando ritornò a Sassoferrato, Guerrieri dipinse nella chiesa di S. Maria del Piano i miracoli di san Nicola da Tolentino nella cappella omonima. La cappella era stata fatta edificare nel 1613 da monsignor Vittorio Merolli archiatra di Paolo V Borghese, come ricorda lo stesso artista nelle sue memorie. In quella occasione ricevette oltre a un compenso in scudi anche il rimborso delle spese per i colori e il vitto per un servitore per sé. La tela con il Miracolo della canna è firmata e datata 1614 dal pittore che si dichiara ventiseienne. Sempre in Sassoferrato, e sempre in S. Maria del Piano, si conserva anche la tela qui presentata con la Vergine, il Bambino e i santi Agostino e Monica. Quest'opera risale al 1615. Morì a Pesaro nel 1657.