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PITTORI: Pietro Lucatelli

Sant'Agostino, Santa Monaca e la Trinità

Sant'Agostino, santa Monaca e la Trinità

 

 

PIETRO LUCATELLI detto il LOCATELLI

1674-1697

Roma

 

Sant'Agostino, santa Monaca e la Trinità

 

 

 

La pala d'altare, un olio su tela, ha per soggetto Agostino entro uno scenario convenzionale, dove si fondono gli elementi della pittura di paesaggio con gli elementi evocativi del mondo classico, prefigurazione della vita eterna a cui allude il volo dei due cherubini.

L'opera richiama una similare tela dello stesso autore che è conservata nel Museo diocesano di Rieti. Anziché la presenza dei santi Nicola da Tolentino e Tommaso da Villanova, in questo caso il pittore ha dipinto una monaca agostiniana. Ulteriore variante è la presenza della Trinità: la figura di Agostino, seduto allo scrittoio è invece praticamente identica, così come il putto alato in basso a destra seduto su dei libri che regge con la mano sinistra un cuore fiammante.

Agostino, con lo sguardo rivolto al cielo, è intento a scrivere con una penna su un libro, quasi fosse sotto dettatura in estasi. Ha un viso alquanto giovanile, con una folta barba nera. Il capo è circondato da una sottile aureola, propria dei santi. Indossa gli abiti episcopali ed ha deposto sul tavolo la mitra e a fianco il bastone pastorale.

In piedi, di fianco e dietro a lui si scorge le figure di una suora che indossa l'abito monacale agostiniano con nella mano destra un libro. In alto a sinistra due angioletti scostano una tenda lasciando così intravedere la maestosa presenza della Trinità assisa su una nuvola che guarda con attenzione verso Agostino. Sullo sfondo una enorme colonna lascia spazio ad una grandiosa apertura verso l'orizzonte popolato da alberi di alto fusto che donano tranquillità e serenità a tutta le scena e ai suoi protagonisti. E' probabile che il santo sia impegnato nello scrivere il De Trinitate, un grandioso libro che medita sul mistero della Trinità.

 

 

Pietro Lucatelli

Pietro Lucatelli (1630 - 1701) detto anche Locatelli nacque da padre «merciarolo» bergamasco. Pare sia nato vicino a Roma e divenne allievo di Ciro Ferri, col quale avvierà uno strettissimo sodalizio lavorativo, e Pietro da Cortona, tanto da essere inizialmente confuso tra la schiera di decoratori cortoneschi. Nel 1690 fu eletto accademico di San Luca, alle cui attività partecipò costantemente fino alla morte. Esperto disegnatore, viene anche ricordato per aver realizzato tra il 1675 e il 1683 una serie di incisioni, come frontespizio di testi.

Ha realizzato numerose opere nel Lazio, di cui ricordiamo tra il 1681 e il 1688 l'esecuzione di due tele per la cattedrale di Tivoli commissionate dal vescovo Galeazzo Marescotti. Negli stessi anni Ottanta dipinse sant'Agostino con i santi Nicola da Tolentino e Tommaso da Villanova per la chiesa agostiniana di Rieti. Nel 1685 ricevette la commissione di Camillo Pamphili per la realizzazione di due tele per la chiesa collegiata di S. Maria Assunta a Valmontone. Alcune sue opere si trovano anche a Montefiascone, dove nella sacrestia della cattedrale è conservata una Santa Margherita nella chiesa di san Bartolomeo tra il 1695 e il 1697 eseguì e un ciclo decorativo su commissione del vescovo Marcantonio Barbarigo.

E' famoso per alcune sue immagini nella chiesa di Sant'Agostino e l'audacia per la libertà di colorazione di alcune pitture nelle sale di Palazzo Colonna. A Siena ha dipinto un Galgano Beato per la chiesa di San Francesco, e vari quadri per l'ospedale di Santa Maria della Scala. Era ancora vivo nel 1690 e pare che morì indigenti e povero a Roma.