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PITTORI: Merano Giovan Battista

Sant'Agostino cardioforo

Sant'Agostino cardioforo

 

 

MERANO GIOVAN BATTISTA

1632-1698

Genova, Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e di san Vincenzo

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita. Nel libro aperto che l'angioletto bambino tiene aperto si legge un passo del libro nono delle Confessioni dove Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua. Hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio, che si nota in alto fra le nubi nella sua espressione trinitaria.

Agostino, qui rappresentato come un monaco agostiniano, rivolge lo sguardo verso il cielo e con le braccia tese sembra voler volare per raggiungere il desiderio del suo amore. Un angelo in primo piano gli evidenzia simbolicamente il cuore infiammato, mentre gli altri reggono i suoi attributi episcopali, dalla mitra al bastone pastorale. La scena ha una aulicità che viene snellita dai profondi movimenti che animano i personaggi raffigurati.

 

Presso l'insediamento agostiniano di Nostra Signora della Consolazione si sviluppò la Congregazione di Genova con il titolo approvato dal Generale Fra Giacomo di: "Congregatio Sanctae Mariae de Consolatione, Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Augustini, de Observantia, de Pedemontis".

L'attuale chiesa della Consolazione è una riedificazione di un'altra più antica chiesa, che sorgeva, tra l'altro, in una diversa collocazione allo Zerbino. Questa chiesa, titolata a san Vincenzo, è indicata una prima volta in un documento del 1059. Nota anche e soprattutto come chiesa di Nostra Signora della Consolazione, la struttura è legata al nome del Beato Battista Poggi e si ergeva nella zona detta dello Zerbino, così detta da "Zerbo", che in dialetto significa muschio. Era pertanto all'esterno dei quartieri storici della città, sia del vicino sestiere esterno di San Vincenzo che di quello successivo inscritto nelle Vecchie Mura interne di Portoria.

I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'estate del 1475. La storia di quella prima chiesa si concluse nel 1681 quando il grandioso complesso, chiesa e convento, furono atterrati. La necessità di migliorare le difese cittadine, anche in conseguenza del recente bombardamento del Re Sole del 1684, obbligò a ripulire l'area sotto le mura dello Zerbino. Pertanto si dovette demolire la vecchia chiesa di Artoria e gli Agostiniani dovettero pertanto lasciare il loro convento. I Padri Agostiniani, lasciata la zona dello Zerbino, ottennero dalla Repubblica di Genova, l'area sulla quale costruirono il nuovo convento e la nuova chiesa di Nostra Signora della Consolazione.

L'edificazione ebbe luogo dal 1684 al 1706, ma con l'apertura al culto religioso già dal 1693 sotto il patrocinio delle famiglie genovesi Durazzo, Della Torre, Canevari e Lercari-Castiglione. La chiesa di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo martire è ubicata nella centrale via XX Settembre e fa parte del vicariato centrale di Carignano-Foce. I lavori ebbero inizio nel 1681 e la chiesa venne aperta al pubblico nel 1706. Fu dotata della cupola dal 1769 per opera di Simone Cantoni.

 

Pittore e acquafortista, Giovanni Battista Merano nacque a Genova nel 1632. Morì a Piacenza nel 1698.  Tipico pittore del periodo Barocco, fu principalmente attivo nel genovese. Allievo di G. Andrea de Ferrari e di Valerio Castello, soggiornò molte volte a Parma, dove risentì dell'influenza del Correggio e del Parmigianino. La cui opera sopravvive non soltanto a Genova, ma anche a Parma, Piacenza e a San Remo, grazie al patrocinio del duca Farnese, dell'abate Arcioni, della famiglia Borea e forse dei Durazzo. A Parma giunse intorno al 1651 e vi affrescò gli ovali nella Chiesa di Santa Croce. La maggior parte dei suoi lavori recuperati sono a carattere religioso. Merano mantenne i suoi contatti in Parma e, con l'aiuto del duca Farnese, affrescò due cappelle, il refettorio del convento, e realizzò i grandi dipinti fuoriporta in san Giovanni Evangelista (1687), così come dipinse le pareti della cappella del Palazzo del Giardino e la facciata del Palazzo del Governatore nel 1680.

Merano dipinse anche la cappella del Palazzo Ducale di Colorno e nel 1698 lavorò anche nella città di San Remo (Gloria di sant'Ignazio, in Santo Stefano). Tra le opere eseguite a Genova ricordiamo la Strage degli Innocenti (S. Ambrogio), la Gloria di sant'Agostino (chiesa della Consolazione) e la Decollazione del Battista (S. Rocco). Tra i suoi discepoli ricordiamo Giovanni Battista Resoaggi.