Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: De Santis Marc'Antonio

PITTORI: De Santis Marc'Antonio

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

DE SANTIS MARCO ANTONIO

1670-1680

Castifao, chiesa di San Nicola

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Il quadro si trova a Castifao nella chiesa di San Nicola ed è stato eseguito da Marc'Antonio De Santis, un pittore napoletano che nella seconda metà del Seicento si trasferì in Corsica. L'opera ha un soggetto duplice, che vede protagonista in entrambi i casi Agostino. Il santo è ritto in piedi e occupa tutta la parte sinistra del dipinto. Riccamente vestito, indossa gli attributi della sua dignità episcopale: il pastorale artisticamente scolpito e decorato con l'agnello divino, la mitra e il pesante mantello ricamato ornato da una pietra preziosa, il camice finemente ricamato e i guanti rossi sicuramente anacronistici. Certamente questi elementi hanno poco a che vedere con la vita che conduceva il vescovo, reputata sobria e frugale. Agostino tiene in mano un libro aperto, un simbolo iconografico assai diffuso che vuole ricordare la sua straordinaria ed efficace attività di scrittore a difesa della fede e della dottrina cattolica.

Interessante la testa di Agostino: i suoi occhi rivolti verso la Vergine col Bambino mostrano stupore e meraviglia per la visione. Da notare anche la resa della barba, particolarmente curata.

Il primo quadro all'interno del quadro è dunque la visione della Vergine e del Bambino da parte di Agostino. Ai piedi del santo tuttavia notiamo un angelo che sta giocando con una conchiglia e versa dell'acqua in una piccola pozza per terra. E' un secondo quadro nel quadro che ricorda un episodio leggendario attribuito ad Agostino e alla sua ricerca del mistero della Trinità.

Secondo una tradizione diffusa nel mondo agostiniano, Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno, mentre stava passeggiando lungo una spiaggia, incontrò un bambino-angelo che con un cucchiaio prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo, assai curioso di sapere che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto il Bambino scomparve, lasciando Agostino nella perplessità più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende, la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

De Santis Marc'Antonio

Marc'Antonio De Santis, era un pittore di origine napoletana che si era stabilito a Bastia. La sua attività è attestata in Corsica dal 1647 al 1681. Sue opere a soggetto agostiniano sono note anche a Ortiporio nella chiesa di sant'Agostino e a Silvareccio nella chiesa di san Sebastiano.