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Madonna con Bambino in trono, Agostino e san Nicola di Bari
CONCA SEBASTIANO
1752
Foligno, chiesa di S. Nicolò
Madonna con Bambino in trono, sant'Agostino e san Nicola di Bari
Il dipinto è firmata da Sebastiano Conca un buon pittore napoletano settecentesco. Il quadro raffigura la Madonna con il Bambino in trono, attorniati da angeli e santi dove possiamo distinguere sant'Agostino (a destra) e san Nicola di Bari. realizzato con la tecnica ad olio l'opera rivela la grandiosità espositiva di Conca dove i personaggi e la narrazione della scena vengono presentati con solennità e gusto classico.
Il bambino, in braccio alla Vergine, è ritto in piedi e si rivolge ad Agostino, che è seduto in basso a destra con una penna in mano intento a scrivere su un grande libro che tiene aperto con la mano sinistra.
Il santo ha l'aspetto di una persona anziana, con una foltissima barba che copre il suo viso, dallo sguardo dolce e nello stesso tempo profondo.
SEBASTIANO CONCA
Sebastiano Conca detto il Cavaliere nacque a Gaeta nel 1680 e morì a Napoli nel 1764.
Figlio di Erasmo Conca e Caterina de Iorio, era il maggiore di dieci fratelli. Formatosi a Napoli nella bottega di Francesco Solimena, si trasferisce dal 1706 a Roma con i fratello Giovanni, che divenne il suo assistente. Nella capitale conobbe Carlo Maratta e diede vita a una proficua attività di frescante e di artista di altari fino al 1750 circa. La frequentazione di Maratta moderò il suo stile artistico esuberante.
A Roma, ebbe come patrono il cardinale Pietro Ottoboni che lo presentò a papa Clemente XI. Grazie a queste entrature riuscì a realizzare l'affresco raffigurante Geremia nella basilica di San Giovanni in Laterano. Questo suo lavoro venne ricompensato dal papa col titolo di cavaliere e dal cardinale con una croce di diamanti. Nel 1710 aprì una sua accademia, la cosiddetta "Accademia del Nudo" che attrasse molti allievi da tutta Europa, tra cui Pompeo Batoni, i siciliani Olivio Sozzi e Giuseppe Tresca. Questa scuola gli permise di diffondere il suo stile in tutto il continente. Nel 1729 entrò a far parte dell'Accademia di San Luca e ne divenne direttore in due diversi periodi. Nel 1731 fu chiamato a Siena per affrescare l'abside della Chiesa della Santissima Annunziata, per volontà testamentaria del rettore del Santa Maria della Scala, Ugolino Billò. Il lavoro venne terminato nell'aprile del 1732. Con la "Probatica Piscina" (o "Piscina di Siloan"), Conca si guadagnò la diffusa ammirazione dei contemporanei. In particolare, furono apprezzati l'ampio respiro dell'opera e la sapiente composizione, fedele al racconto evangelico e ricca di scrupolosi dettagli. Daddi fu anche al servizio della corte sabauda, e lavorò all'oratorio di San Filippo e alla chiesa di Santa Teresa a Torino. Nel 1739 scrisse un libro dal titolo "Ammonimenti, contenente precetti morali e artistici" e dedicato a tutti i giovani che avessero voluto diventare pittori.
Dopo il suo ritorno a Napoli nel 1752, Conca passò, da queste esperienze di ispirazione classicheggiante, ai canoni, più grandiosi, del tardo barocco e del rococò e si ispirò soprattutto alle opere di Luca Giordano. Tra i suoi migliori allievi ricordiamo Gaetano Lapis (1706-1773), detto anche il Carraccetto, che Sebastiano affidò al cugino Giovanni. Una discreta celebrità ebbe anche il nipote di Sebastiano, il romano Tommaso Conca. Tra i suo allievi ricordiamo anche il pittore barocco messinese Placido Campolo ed il romano Andrea Casali, noto rappresentante della pittura Rococò.