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PITTORI: Conca Sebastiano

La Madonna della Cintura con il Bambino e i santi Agostino e Monica

La Madonna della Cintura con il Bambino e i santi Agostino e Monica

 

 

CONCA SEBASTIANO

1750

Gaeta, Museo Diocesano

 

La Madonna della Cintura con il Bambino e i santi Agostino e Monica

 

 

 

Il dipinto raffigura un tema caro all'Ordine agostiniano. E' l'episodio della consegna della cintura da parte della vergine a Monica ed Agostino. La santa, in abiti monacala ha un atteggiamento di devozione e di raccoglimento mentre sta per ricevere la cintura dalla Vergine che tiene in braccio il bambino.

Agostino, a sinistra, guarda ciò che sta accadendo, mentre con un gran libro fra le mani e una penna in pugno, sta scrivendo. Paradossalmente Agostino ha un volto più anziano della madre Monica. In alto la Trinità osserva e benedice la scena.

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.

 

Sebastiano Conca

Sebastiano Conca detto il Cavaliere (1680 - 1764), figlio di Erasmo Conca e Caterina de Iorio, era il maggiore di dieci fratelli. Si formò alla scuola napoletana di Francesco Solimena. Dal 1706 si trasferì a Roma col fratello Giovanni, che divenne il suo assistente. Qui lavorò con Carlo Maratta e svolse una copiosa attività di affrescatore e di artista di altari fin oltre il 1750. A contatto di Maratta il suo stile artistico esuberante si moderò. Nella Capitale godette dei favori del cardinale Pietro Ottoboni che lo presentò a papa Clemente XI. Grazie a questo incontro, ottenne di realizzare l'affresco che raffigura il profeta Geremia nella basilica di San Giovanni in Laterano.

L'opera fu ricompensata dal papa col titolo di cavaliere e dal cardinale con una croce di diamanti. Nel 1710 aprì la sua accademia, la cosiddetta "Accademia del Nudo" che attrasse molti allievi da tutta Europa, tra cui Pompeo Batoni, i siciliani Olivio Sozzi e Giuseppe Tresca, e che servì per diffondere il suo stile in tutto il continente. Nel 1729 entrò a far parte dell'Accademia di San Luca e ne divenne direttore in due diversi periodi. Nell'agosto 1731 il pittore fu chiamato a Siena per affrescare l'abside della Chiesa della Santissima Annunziata, per volontà testamentaria del rettore del Santa Maria della Scala, Ugolino Billò.

Il lavoro fu terminato nell'aprile del 1732. Con la "Probatica Piscina" (o "Piscina di Siloan"), Conca si guadagnò la ammirazione dei contemporanei. In particolare, furono apprezzati l'ampio respiro dell'opera e la sapiente composizione, fedele al racconto evangelico e ricca di scrupolosi dettagli. Lavorò anche al servizio della corte sabauda, e dipinse per l'oratorio di San Filippo e la chiesa di S. Teresa a Torino. Nel 1739 scrisse un libro dal titolo Ammonimenti, contenente precetti morali e artistici e dedicato a tutti i giovani che volevano diventare pittori. Dopo il suo ritorno a Napoli nel 1752, Conca passò, da queste esperienze di ispirazione classicheggiante, ai canoni, più grandiosi, del tardo barocco e del rococò e si ispirò soprattutto alle opere di Luca Giordano. Realizzò, in questo periodo, affreschi e tele "illusionistiche". Tra i suoi migliori allievi figura Gaetano Lapis (1706 - 1773), detto anche il Carraccetto, che Sebastiano affidò al cugino Giovanni nella cui casa il giovanissimo Gaetano avrebbe così vissuto i primi anni di apprendistato romano. Una discreta celebrità ebbe anche il nipote di Sebastiano, il romano Tommaso Conca. Tra i suoi allievi ricordiamo il pittore barocco messinese Placido Campolo ed il romano Andrea Casali, noto rappresentante della pittura Rococò.