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PITTORI: Paolo de Matteis

Madonna della Consolazione tra i santi Agostino e Monica

Madonna della Consolazione o della Cintura tra i santi Agostino e Monica

 

 

PAOLO DE MATTEIS

1709

Martina Franca, chiesa della Purità o di sant'Agostino

 

Madonna della Consolazione tra i santi Agostino e Monica

 

 

 

Si tratta di un olio su tela firmato e datato di Paolo de Matteis, prolifico allievo di Luca Giordano a Napoli e Gian Maria Morandi a Roma. Nato nel 1662 a Piana del Cilento fece sue le lezioni dei maestri acquisendo compiutezza di composizione e raffinatezza nelle movenze dal sapore arcadico e rococò. La maggior parte delle sue opere si colloca dopo il ritorno dalla corte francese del Re Sole (1706), prodotte per lo più a Napoli.

La struttura piramidale delle figure dà profondità alla scena: Agostino è avvolto in serico piviale che gli conferisce un'aria solenne, mitigata dal delicato gesto della mano sul petto, dal busto lievemente in avanti verso il bambino e da uno sguardo paterno.

La tela non ha avuto attribuzioni fino ai restauri del 1998, quando sono emerse, nella parte retrostante della tela, la data e la firma "Paolo De Matteis 1709". Questi dati erano celati nella parte retrostante della tela e per secoli nascosti da assi di legno. La tela, molto probabilmente, fu commissionata al De Matteis dai duchi Caracciolo, essendoci in quel periodo nel monastero una figlia del duca Petracone V. L'opera del pittore napoletano esprime una intrinseca simmetria piramidale e un notevole studio di ombre e di effetti illuministici che creano una specie di pulviscolo dorato, quasi a volerne suggerire la santità.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.  

 

Paolo De Matteis

Nato a Piano Vetrale nel 1642, De Matteis si trasferì presto a Napoli con l'intenzione di dedicarsi alla pittura. Nella capitale partenopea divenne allievo di Luca Giordano al cui stile resterà legato per buona parte della sua carriera artistica. Sue opere sono conservate un po' ovunque: una delle più note si trova nella basilica dell'abbazia di Cassino con una tela che rappresenta la Vergine Maria Assunta. Fu un pittore girovago: dal 1702 al 1705, De Matteis lavorò a Parigi, in Calabria e a Genova. Nella città ligure realizzò una Immacolata Concezione con l'apparizione di san Girolamo. Ritornato a Napoli, dipinse schemi decorativi per alcune chiese napoletane, tra cui le decorazioni della volta della Cappella di Sant'Ignazio, nella Chiesa del Gesù Nuovo nell'omonima piazza di Napoli. Tra il 1723 e il 1725, De Matteis visse a Roma, dove ricevette una commissione da Papa Innocenzo XIII. Operò anche in Austria, Spagna, Inghilterra, e Francia.