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PITTORI: Paolo de Matteis

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

PAOLO DE MATTEIS

1717

Napoli, chiesa di santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone

 

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

 

La Sacra Famiglia con sant'Agostino e santa Monica di Paolo de Matteis è un quadro che si trova in una cappella principale della chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone. In realtà il tema del quadro è la consegna della cintura ai santi Agostino e Monica che la ricevono dal Bambino e dalla Vergine. Monica è vestita con l'abito monacale agostiniano ed è assistita da altre due suore dell'Ordine. Agostino a sinistra è inginocchiato e sta ricevendo la cintura, uno dei simboli dell'Ordine agostiniano, dalle mani del Bambino Gesù. Il santo indossa il piviale episcopale sotto cui si nota immediatamente il saio nero dei monaci che ne seguono la regola. Il volto del santo ha un aspetto giovanile e una foltissima barba nerastra che gli scende dal mento fin sul petto. Lo sguardo è rivolto verso l'alto in attesa di ricevere il sacro cingolo. Alle spalle della Vergine si notano vari personaggi, un soldato, un vescovo e un frate, probabilmente san Nicola da Tolentino. Sulla sommità, dispersi fra le nuvole del cielo alcuni angioletti volteggiano gioiosamente.

 

La chiesa di santa Maria Egiziaca sorge a Pizzofalcone una collina della città di Napoli. In origine, il luogo era occupato da una piccola chiesa, risalente al 1616. Nel 1639 un gruppo di cinque Monache Agostiniane lasciò il convento di Santa Maria Egiziaca a Forcella per fondarne uno nuovo nell'edificio attiguo alla chiesa più rispondente alle regole di vita claustrale. Il palazzo aveva un giardino ed era stato edificato nel secolo precedente da Don Luigi de Toledo. Pochi anni dopo, nel 1648, le monache avviarono un rifacimento dell'intera struttura, grazie soprattutto alle donazioni del viceré Don Giovanni d'Austria. Il progetto venne affidato a Cosimo Fanzago, ma la sua realizzazione fu piuttosto lunga ed i lavori cominciarono soltanto nel 1661, per essere però sospesi nel 1665 dopo il completamento dell'atrio, dei parlatori, di un braccio dei dormitori e di una parte della chiesa. Furono ripresi dagli interventi di altri architetti quali Francesco Antonio Picchiatti, direttore dei lavori dal 1665, che realizzò l'esterno, Antonio Galluccio, e Arcangelo Giuglielmelli, quest'ultimo attivo tra il 1691 e il 1716, che condusse a termine l'opera. Le monache abitarono nel complesso fino al 1808, anno della soppressione dell'Ordine, il che le costrinse a ritornare nel convento d'origine a Forcella. Dopo essere stati utilizzati per qualche anno ad uso abitativo, convento e chiesa sono affidati dal 1930 ai Padri Missionari Oblati di Maria Immacolata.

Superato il portale esterno, sormontato da due Angeli che reggono un cuore fiammeggiante, simbolo dell'Ordine agostiniano, si accede ad un cortile un tempo circondato da un loggiato, posto a livello superiore, ora in parte scomparso e in parte murato. Un portale nel braccio sinistro del portico consentiva un tempo l'accesso all'antico monastero ed è ancora sormontato da una Madonna col Bambino, in stucco, risalente ai primi anni del Settecento. Ai lati del portale due lapidi ricordano la posa della prima pietra nel 1661 e la consacrazione nel 1717. La pianta della chiesa è una delle più originali realizzazioni di Fanzago, che inscrisse in un ottagono quattro grandi cappelle absidate, e quattro cappelle minori, rettangolari. Il dipinto sull'altar maggiore, raffigurante La Madonna col Bambino ed i Santi Agostino e Maria Egiziaca, assegnato un tempo ad Andrea Vaccaro è una tela seicentesca di Onofrio Palumbo, pittore attivo a Napoli nella prima metà del Seicento e noto soprattutto per la tela della SS. Trinità dei Pellegrini con San Gennaro che intercede per la città di Napoli.

 

I due quadri delle cappelle principali, datati 1717, sono di Paolo De Matteis e rappresentano la Sacra Famiglia con Sant'Agostino, Santa Monica ed altri santi, posta a destra, e la Sacra Famiglia con i Santi Elisabetta, Zaccaria, Anna, Gioacchino e Giovanni Battista sull'altare di sinistra. Di grande pregio sono le sculture lignee dello scultore settecentesco Nicola Fumo, raffiguranti l'Angelo custode, nella cappella a destra dell'ingresso, San Michele Arcangelo nella cappella a sinistra dell'ingresso, l'Immacolata nella cappella a destra dell'altare ed il Crocifisso nel cappellone di sinistra. L'altar maggiore, datato 1738 è stato realizzato da Giuseppe Bastelli, e costituisce una notevole opera di stile rococò, prezioso nella scelta dei marmi e nell'intaglio. Agli stessi anni risale anche la balaustra che mostra nei pilastrini gli stemmi di varie famiglie nobili, tra le quali i d'Aquino, i Caracciolo Rosso e i Capace Scondito, che finanziarono l'opera.

 

 

 

Paolo De Matteis

Nato a Piano Vetrale nel 1642, De Matteis si trasferì presto a Napoli con l'intenzione di dedicarsi alla pittura. Nella capitale partenopea divenne allievo di Luca Giordano al cui stile resterà legato per buona parte della sua carriera artistica. Sue opere sono conservate un po' ovunque: una delle più note si trova nella basilica dell'abbazia di Cassino con una tela che rappresenta la Vergine Maria Assunta. Fu un pittore girovago: dal 1702 al 1705, De Matteis lavorò a Parigi, in Calabria e a Genova. Nella città ligure realizzò una Immacolata Concezione con l'apparizione di san Girolamo. Ritornato a Napoli, dipinse schemi decorativi per alcune chiese napoletane, tra cui le decorazioni della volta della Cappella di Sant'Ignazio, nella Chiesa del Gesù Nuovo nell'omonima piazza di Napoli. Tra il 1723 e il 1725, De Matteis visse a Roma, dove ricevette una commissione da Papa Innocenzo XIII. Operò anche in Austria, Spagna, Inghilterra, e Francia. Morì a Napoli nel 1728 ed è sepolto nella Chiesa della Concezione al Chiatamone.