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Madonna della cintura con Agostino, Monica e santi
DONNINI GIROLAMO
1720
Russi, Collezione privata
Madonna della cintura con Agostino, Monica e santi
L'opera attribuita a Girolamo Donnini o sua Bottega, era originariamente presente nella chiesa arcipretale. Olio realizzato su tela delle dimensioni di 260x180 cm, il quadro presenta al centro la Madonna assisa sulle nubi con in braccio il Bambino che mostra la sacra cintola. Alla destra della Vergine troviamo sant'Agostino in ginocchio e poco sotto san Pietro. A sinistra della Madonna santa Monica è in preghiera e sotto di lei troviamo san Nicola da Tolentino con le anime del Purgatorio. Sullo sfondo si notano le figure delle beate Margherita Molli e Gentile Giusti da Russi, che sono state inserite solo in un secondo momento, probabilmente nel 1775.
La pala venne eseguita per la Confraternita della Beata Vergine della Cintura di Russi, forse pochi anni dopo la sua fondazione nel 1711.
Tradizionalmente l'opera è attribuita a Girolamo Donnini da Correggio, la cui attività in Romagna è attestata non solo dalla sua personale produzione, ma anche da quella della sua bottega di cui faceva parte Francesco Bosi detto il Gobbino dei Sinibaldi, noto dal 1723 al 1746 per opere presenti a Faenza e dintorni.
Vari studiosi sono del parere che la pala, certamente riconducibile alla scuola bolognese, sia probabilmente da riferire proprio a Bosi, allievo del Donnini. Le figure di Nicola e di Monica richiamano il dipinto di Bosi noto come la Madonna con santa Teresa e san Giovanni dalla Croce, presso la chiesa del Carmine a faenza.
Anche i colori della veste di Mari e del manto di sant'Agostino, impreziositi dalla particolare luce che li accarezza, corrispondono alla delicata gamma cromatica tipica di Bosi.
Di questa pala esisteva una copia più piccola (59x48 cm), oggi dispersa, dipinta a olio dal pittore faentino Savino Lega, che serviva da sottoquadro alla statua della Madonna della Cintura, scultura che aveva sostituito la pala.
Girolamo Donnini
nato a Correggio nel 1681, Girolamo Donnini lavorò nell'orizzonte artistico del tardo barocco italiano. Apprese i primi rudimenti del dipingere nella bottega di Francesco Stringa a Modena e successivamente fu allievo di Giovanni Gioseffo dal Sole a Bologna e di Carlo Cignani a Forlì. Lo stile di Cignani ebbe un profondo influsso su Donnini tanto da incidere in profondità sul suo stile pittorico. Ne sono un esempio evidente le sue opere distribuite in varie città del Nord Italia. A Torino Donnini realizzò i dipinti nella cappella di san Giuseppe nella Basilica del Corpus Domini. Lavorò anche a Pescia nella chiesa delle Salesiane, a Rimini (nelle chiese di S. Francesco e di S. Eufemia), a Bergamo, a Tivoli, a Faenza, a Reggio Emilia e in vari altri paesi della Romagna. Una sua importante presenza è nota anche nella sua città natale di Correggio. Le sue opere conobbero un grande favore tra la nobiltà bolognese, che gli richiese anche pitture di genere profano. Ebbe come allievo Francesco Boni, noto come "il Gobbino de' Sinibaldi". Donnini morì a Bologna nel 1743.