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PITTORI: Ferrario Federico

Agostino cardioforo

Agostino cardioforo

 

 

FERRARIO FEDERICO

1767

Gandino, chiesa del convento delle Orsoline

 

Agostino cardioforo

 

 

 

Federico Ferrario dipinse questo affresco a muro nel 1767 per la chiesa del convento delle Orsoline a Gandino. Il dipinto raffigura un bel sant'Agostino vescovo  e Dottore della chiesa cattolica che tiene in mano un cuore fiammante simbolo del suo amore per Dio e figura iconografica preferita dalla sensibilità del Settecento. Il dipinto appartiene alla decorazione pittorica complessiva della chiesa e si trova in uno stato di conservazione buono.

 

 

Federico Ferrario

Come si può ricavare dal registro dei morti della chiesa di S. Marco, parrocchia nella quale abitava, dove lo si dice deceduto nel 1802 a ottantotto anni, nacque probabilmente a Milano nel 1714. Nelle sue opere del resto si firmò a volte "milanese" come ad esempio nell'affresco con S. Alessandro in carcere nella chiesa di S. Alessandro della Croce a Bergamo. Fu allievo del milanese P. Maggi e della sua intensa attività, specialmente come frescante, abbiamo notizie soprattutto dopo il 1750. Lavorò nella chiesa di S. Filippo a Lodi, e forse anche in S. Francesco. A Milano eseguì affreschi sulla volta e sulle pareti della cappella di S. Giovanni in S. Angelo nel 1752-1753. Datati al 1754 sono gli affreschi alla Certosa di Chiaravalle. Pochi anni dopo probabilmente affrescò al Sacro Monte di Orta la cappella di S. Francesco. Nel 1759 terminò gli affreschi della chiesa di S. Maria delle Grazie a Lodi con Angeli e santi che adorano l'Eucarestia. La sua opera più importante a Lodi è il medaglione (1764) con la Gloria di s. Filippo sulla volta di una sala del palazzo dei Filippini. Nel frattempo aveva iniziato una attività che lo tenne affrescò la sacrestia nel Duomo. Intorno al 1764 affrescò I misteri del Rosario nella cappella del Rosario della basilica di S. Martino ad Alzano Lombardo e l'anno seguente la cappella della villa d'Arcais a Carobbio degli Angeli. Affrescò quindi la chiesa di Casaletto Ceredano e la chiesa del convento delle Orsoline a Gandino. Al 1768 risalgono gli affreschi nella cappella del Crocefisso nella chiesa di S. Alessandro a Milano. A Bergamo eseguì il ciclo di affreschi di S. Alessandro della Croce, con Storie della vita del santo. Nel 1771 si accordò con la scuola del SS. Sacramento di Treviglio per eseguire uno stendardo. Nel 1771-1772 affrescò un ciclo dedicato a S. Vittore e una tela per la parrocchia di Bottamico. Altri suoi lavori si trovano a Brembate, a Ciserano, a Dalmine (fraz. Mariano al Brembo), a Medolaso e a Torre Boldone. Nel 1775 concluse gli affreschi nella basilica di S. Martino a Treviglio e altre pale nella stessa basilica. Di difficile datazione sono le tele dipinte per il ciclo del SS. Sacramento del Duomo di Milano, con san Bernardo che libera una ossessa e san Giacomo che porta in salvo l'ostensorio e la statua della Vergine. Parecchi suoi dipinti sono andati persi. Morì a Milano il 27 marzo 1802. Dalla moglie, Margherita Maggi, ebbe il figlio Carlo, che presumibilmente lavorò col padre, e forse da solo, a Fara Olivana. Ferrario risente dello stile della scuola milanese dell'inizio del secolo, mediata attraverso il Maggi. La collaborazione con Carloni a Lodi lo portarono a esprimersi in forme settecentesche più libere, senza però mai aderire al gusto rococò.