Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Paolo Gamba

PITTORI: Paolo Gamba

Sant'Agostino vescovo e Dottore della chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della chiesa

 

 

PAOLO GAMBA

1765-1770

Carovilli, chiesa di Santa Maria Assunta

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della chiesa

 

 

 

Il medaglione raffigura sant'Agostino e costituisce uno degli elementi che nella chiesa riproducono le immagini dei Padri della Chiesa. Agostino è qui raffigurato da Paolo Gamba in abiti vescovili con mitra in testa e pastorale appoggiato al banco di lavoro. Il santo tiene nella mano destra un cuore ardente, emblema della fede. Sul tavolo sono disposti vari libri che alludono alle sue innumerevoli opere scritte a difesa della dottrina cattolica. La cornice ovale è stata realizzata in stucco. La pittura originale è stata ridipinta accentuando in maniera evidente i caratteri già provinciali di questo come degli altri affreschi di Gamba, un maestro che ha operato in pieno Settecento, plasmato dai contemporanei orizzonti artistici napoletani. In un riquadro in basso si legge S. AUGUSTINUS a lettere capitali a pennello e in latino.

Agostino è dipinto a mezzo busto nel suo studiolo con una notevole colonna che fa da sfondo. Dei raggi luminosi investono il suo volto, il cui sguardo è fisso nella medesima direzione. Un calamaio con una penna sul tavolo richiama l'attività di scrittore del santo.

 

La chiesa di Santa Maria Assunta testimonia con i sui tesori artistici il fervore spirituale e artistico del passato con la riapertura al culto nel 1927. La sua costruzione risalirebbe alla prima metà del Quattrocento, ma la sua fondazione per l'impianto e per i resti che ancora si conservano fanno pensare a una primitiva edificazione nel IX secolo. Al suo interno sono conservate pregevoli opere. Al 1500 risale l'acquasantiera in pietra locale con il serpente che soffre nell'acquasantiera e allo stesso periodo sono riconducibili la croce con asta e gli stipiti dell'altare maggiore. Nel Seicento furono realizzati il fonte battesimale (1622), l'altare del SS. Rosario, il busto ligneo di Santo Stefano del Lupo, le statue di San Rocco e di Sant'Antonio, l'armadio ligneo della sacrestia, lo stemma del duca d'Alessandro e i mascheroni dell'altare maggiore, l'organo, splendido nei suoi colori verde acqua e oro, come la volle Onorio di Caccavone. Nel Settecento fu aggiunto il coro ligneo in noce, il "lavatorio" in pietra della sacrestia, i confessionali, il pulpito, le tele del Purgatorio e dell'Assunta, attribuite alla scuola del Solimena. Particolarmente interessanti sono le statue lignee di san Donato di Silverio Giovannitti di Oratino e della Madonna Incoronata di Foggia di Nicodemo De Simone di Agnone. All'Ottocento risalgono gli altari nelle navate laterali e il soffitto a cassettoni. L'attuale aspetto rinascimentale della facciata è novecentesco. Tra i pregevoli elementi artistici e architettonici vanno segnalate le belle vetrate istoriate ed i medaglioni affrescati da Paolo Gamba con i Padri della Chiesa.

 

 

Paolo Gamba

Paolo Gamba nacque a Ripabottoni nel 1712 da una famiglia povera figlio di Giovan Battista e da Caterina di Vico. Suo padre è modesto decoratore e pittore e Paolo tardo-manierista attivo a Sulmona e Pescocostanzo, che gli insegnò le prime nozioni dell'arte dell'affresco. Nel 1732 si sposò con Domenica Ciarla, da cui ebbe il figlio Placido. Secondo gli storici dell'arte dal 1731 al 1737 si trasferì a Napoli alla scuola di Solimena, ma mancano documentazioni certe.

Nel 1740 firmò una serie di affreschi nella chiesa e nella sagrestia del convento dei cappuccini di S. Elia a Pianisi. Nel 1747 tornò nello stesso convento per dipingere nel refettorio due lunette con l'Ultima Cena e l'Annunciazione. Questi lavori avviarono un intenso ventennio che vide Gamba affrontare e risolvere velocemente una lunga serie di richieste decorative di soggetto sacro e specificatamente mariano, per una committenza in gran parte, anche se non solo, ecclesiastica. Fu dunque attivamente impegnato nell'ornamento delle chiese locali, all'interno di quel vivace rinnovamento culturale promosso dai vescovi di Larino.

La sua produzione è incentrata soprattutto su soggetti sacri che approfondisce studiando la Bibbia. Lavorerà a Larino, a Ripabottoni, a Montorio, a Sant'Elia, a Pianisi, a Campodipietra, a Colletorto, a Morrone del Sannio, a Fossalto, ad Agnone e a Matrice. Lavorò anche a Barrea, in Abruzzo e in Puglia. Morì nella sua città natale nel 1782.