Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Corrado Giaquinto

PITTORI: Corrado Giaquinto

Sant'Agostino, Monica e san Pietro in contemplazione della Trinità

Sant'Agostino, Monica e san Pietro in contemplazione della Trinità

 

 

GIAQUINTO CORRADO

1703-1766

Parigi, Museo del Louvre

 

Sant'Agostino, Monica e san Pietro in contemplazione della Trinità

 

 

 

Il grande quadro, conservato al Museo del Louvre a Parigi appartiene alla Collezione Fabrizio e Fiammetta Lemme Aile Denonla.  Corrado Giaquinto vi ha dipinto una scena grandiosa dove sant'Agostino invoca la Trinità assieme alla madre Monica e a san Pietro.

La tela comunque potrebbe essere stata dipinta anche da un aiuto di Giaquinto. Agostino e Monica sono ben visibili al centro della scena in basso, mentre rivolgono lo sguardo estatico verso l'alto dove, su nubi, siedono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Assieme ad Agostino troviamo Pietro che agita le chiavi del cielo e uno stuolo di suore agostiniane che si riconoscono per il tipico abito nero.

Lo indossano anche Agostino e Monica a ricordare la stretta affinità fra il nuovo ordine medioevale e quello fondato da Agostino in Africa.

Un nugolo di angioletti fa da contorno alla scena principale: ce ne sono ovunque a sostenere, volteggiando, cartigli, lenzuoli e nubi.

 

Corrado Domenico Nicolò Antonio Giaquinto nacque a Molfetta nel 1703 e morì a Napoli, nel 1766. Egli lasciò Molfetta per Napoli appena adolescente, nel 1721; ma ritornò nella sua città natale solo un anno dopo nel 1723 per ritornare nuovamente a Napoli nell'ottobre 1724. In questa città si ritiene che sia diventato allievo di Nicola Maria Ross, un pittore seguace di Francesco Solimena. Nel marzo 1727 è a Roma, ormai pittore indipendente, tanto da aprire una propria bottega presso ponte Sisto. La sua prima opera documentata è il Cristo in croce con la Madonna, san Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, per la cattedrale della città portoghese di Mafra, commissionata nel 1730 dal re del Portogallo Giovanni V tramite il rettore della chiesa romana dell'Ara Coeli. Nel giugno 1733, invitato dall'architetto Filippo Juvarra, va a Torino. Tornato a Roma nel 1738, esegue l'anno successivo, per la parrocchiale di Rocca di Papa, l'Assunzione della Vergine, commessagli dal nipote del papa Alessandro VIII, Pietro Ottoboni.

Negli anni romani, l'arte di Giaquinto ebbe una virata dal rococò in direzione del nascente neoclassico, anche per l'esempio dell'arte di Carlo Maratta. Nel 1762, afflitto da problemi di salute, Giaquinto rientrò a Napoli alla corte del figlio di Carlo III di Spagna, Ferdinando IV di Borbone. Ultima sua importante commissione fu un ciclo di tele per la distrutta chiesa di San Luigi di Palazzo, che era stata da poco restaurata dall'amico Luigi Vanvitelli.