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PITTORI: Giolfi Antonio

Madonna col Bambino e i santi Erasmo, Chiara e Agostino

Madonna col Bambino e i santi Erasmo, Chiara e Agostino

 

 

GIOLFI ANTONIO

1761

Genova, chiesa san Marco al Molo

 

Madonna col Bambino e i santi Erasmo, Chiara e Agostino

 

 

 

Il dipinto costituisce una pala d'altare realizzata nel 1761 da Giolfi con la tecnica dell'olio su tela per la chiesa di san Marco al Molo a Genova. Largo 140 cm il dipinto si sviluppa in altezza per 240 cm e ha come soggetto la figura della Madonna con Gesù Bambino in braccio assieme ai santi Erasmo, Chiara ed Agostino che adorano il Corpo di Cristo sotto la forma dell'ostia consacrata.

Sia Agostino che sant'Erasmo hanno fra le mani un libro aperto, che stanno leggendo. Agostino tuttavia alza lo sguardo per rivolgerlo in direzione della pisside che contiene un'ostia consacrata e che è retta con cura e amorevolmente dalla triade Vergine, Chiara e il Bambino.

Agostino indossa i suoi paramenti episcopali, è inginocchiato ed ha deposto i simboli della sua dignità ecclesiastica per terra in segno di umiltà. Sia il bastone pastorale che la mitra giacciono ai suoi piedi su un piccolo scoglio da cui si intravede in lontananza una costa con numerosi edifici, che potrebbe essere la raffigurazione della città di Genova.

 

La celebrazione del Corpus Domini ha origini medioevali. Questa festa religiosa è stata istituita nel 1246 da una suora che volle celebrare il mistero dell'Eucaristia in una festa diversa dalla Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l'idea e la celebrazione dell'Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove si trovava il convento della suora. La festa ha comunque le sue radici nell'ambiente della Gallia belgica, dove avvennero le rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un'estasi il disco lunare risplendere di luce candida e allo stesso tempo notò che era deformato da un lato con una linea ombreggiata. La beata interpretò la visione affermando che la Chiesa del suo tempo mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l'ottava della Trinità.

Nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l'arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Nel 1263 un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell'Eucarestia, nello spezzare l'ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo.

A fugare i suoi dubbi, dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico. Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. l'11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla Transiturus che istituiva per tutta la cristianità la festa del Corpus Domini dalla città, che fino allora era stata infestata dai Patarini, che negavano il Sacramento dell'Eucaristia.

 

 

Giolfi Antonio

Antonio Giolfi nacque a Genova nel 1721. Divenuto abate in un'epoca imprecisata, avviò la sua carriera artistica al seguito di Lorenzo De Ferrari, figlio di Gregorio, il quale "istruì alcuni discepoli: niuno però così continuamente sotto lui perseverò, come il vivente Antonio Giolfi, che perciò ebbe comodo di coltivarvi i suoi talenti". Con Ferrari lavora al ciclo di affreschi nella chiesa genovese del Gesù. Giolfi eseguirà vari dipinti anche nei palazzi nobiliari Genovesi. Nel palazzo di Ambrogio Doria affresca una sala con medaglie e dipinge due tele che celebrano le gesta della famiglia Doria. Per la chiesa di San Marco al Molo a Genova dipinge la tela con i santi Agostino e Chiara innanzi alla Madonna. Nel 1752 gli viene affidato l'incarico di ridipingere la Loggia dei Mercanti di piazza Banchi basandosi sul disegno originario degli affreschi di G. B. Brignole, un pittore di grottesche. Bravo incisore, nel 1769 realizzò una serie venti acqueforti con alcune vedute di Genova, con lo scopo di illustrare la città ai visitatori. Le varie vedute impostate con prospettive esageratamente ampie raffiguravano la piazza Banchi, il Ponte di Carignano, il Palazzo del Principe a Fassolo, la via Giulia con la chiesa di N. S. del Rimedio, la veduta della Foce con la collina di Albaro sullo sfondo e varie altre.

Giolfi pubblicò la serie dedicandola a Giuseppe Doria e a suo padre Giovanni Francesco morto prematuramente.

Fu membro dell'Accademia ligustica di Belle Arti, fondata nel 1751, in qualità di accademico di merito per la classe di pittura; in seguito fu segretario (1752) e poi direttore della Scuola di pittura tra il 1756 e il 1760. Giolfi morì a Genova nel 1796.