Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro di LancianoPITTORI: Maestro di Lanciano
Battesimo di Agostino e il Te Deum
MAESTRO DI LANCIANO
1730
Lanciano, chiesa di sant'Agostino
Battesimo di Agostino e il Te Deum
Il dipinto è stato realizzato all'interno di una cornice e raffigura un leggendario episodio della vita di Agostino. All'interno di una chiesa di grandi proporzioni, Agostino inginocchiato sui gradini con una veste bianca, alza le mani verso l'alto dove appaiono due angeli che portano fra le mani la scritta TE DEUM LAUDAMUS.
In cima alla scalinata e davanti a un altare si erge la figura possente di sant'Ambrogio che si rivolge proprio ad Agostino. Alle spalle di Agostino si vedono numerosi fedeli, fra cui possiamo notare Monica inginocchiata in preghiera e il figlio Adeodato che è accudito da una persona anziana. La scena si inserisce nella tradizione che vuole che il Te Deum sia stato inventato e cantato in duetto da Ambrogio e Agostino in occasione del battesimo di quest'ultimo a Milano.
Il Te Deum viene indicato a volte come Himnus ambrosianus, altre volte Hymnus in honorem sanctae trinitatis e ancora Imnum in die dominica.
L'attribuzione tradizionale ad Ambrogio ed Agostino risale all'859 quando Hincmar di Rheims (arcivescovo di Reims, nato nel 806 e morto a Epernay il 21 dicembre 882) pubblicò il testo sulla predestinazione nel quale riferisce questa tradizione: A maioribus nostris audivimus tempore baptismatis sancti Augustini hunc hymnum beatus Ambrosius fecit et idem Augustinus cum eo confecit.
La tradizione fu avvalorata nella Historia Mediolanensis di Landolfo Senior del secolo XI: in quibus fontibus prout Spiritus sanctus dabat eloqui eis Te Deum Laudamus decantantes, cunctis qui aderant audientibus et videntibus simulque mirantibus, in posteris ediderunt quod ab universa ecclesia Catholica usque ad hodie tenetur et religiose decantatur.
La datazione critica del Te Deum fa risalire la sua composizione al 400-450.
Anche Jacopo da Varagine riprende questa leggendaria tradizione quando scrive nella sua Legenda Aurea: "Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.
E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa."
L'interno della chiesa di S. Agostino a lanciano venne completamente rimaneggiato nel 1827, e gli affreschi delle pareti furono coperti di stucco, perché le antiche pitture apparivano "annegrite dal tempo".
Furono gli stuccatori Gerolamo Rizza e Carlo Piazzoli nella prima metà del Settecento ad abbellire gli interni. Allievi dello stuccatore lombardo Giovan Battista Gianni, attivo in Abruzzo e a Penne, realizzarono decorazioni geometriche presso le cornici delle cappelle laterali, con due putti alati che suonano le trombe e motivi che riguardano i simboli della Chiesa. Le decorazioni si estendono anche alla volta centrale a crociera, entro le cui cornici sono affrescate scene della vita di Sant'Agostino.