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PITTORI: Maestro di Lanciano

Agostino fra il latte della Vergine e il sangue di Cristo

Agostino fra il latte della Vergine e il sangue di Cristo

 

 

MAESTRO DI LANCIANO

1730

Lanciano, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino fra il latte della Vergine e il sangue di Cristo

 

 

 

Il dipinto è stato realizzato all'interno di una cornice curvilinea e raffigura un leggendario episodio legato alla agiografia di Agostino. Assiso su una nuvola, il santo indossa i suoi paramenti episcopali con intesta la mitra, ma sotto il piviale è ben visibile la tonaca nera dei monaci agostiniani. In mezzo a una folla di angioli bambini, Agostino è disposto fra il Cristo che regge la croce e la Vergine che mostra il suo seno colmo di latte.

L'episodio descritto in questa pittura esprime visivamente una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati ad essa, che trae spunto da alcuni passi delle meditazioni agostiniane: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.

La prima immagine di Maria "Galactotrephousa" (così era chiamata in Oriente, mentre in Occidente veniva appellata come "Maria Lactans") è di origine copta e si trova in una cella monastica di Banit in Egitto e in una caverna eremitica del Monte Latmos in Asia minore (entrambi del sec. VI - VII) nonché a Roma in un frammento di scultura del secolo VI rinvenuto nel Cimitero di San Sebastiano. L'immagine paleocristiana della Virgo lactans, che nella rappresentazione del gesto materno per eccellenza evidenziava l'incarnazione del Cristo in una creatura terrena, fu recuperata nel secolo XII e incontrò enorme successo a partire dal XIII secolo, in coincidenza con la diffusione, promossa dai crociati, delle icone della Galactotrephousa che stimolò una fiorente produzione d'immagini devozionali sia nella pittura che nella scultura.

 

L'interno della chiesa di S. Agostino a lanciano venne completamente rimaneggiato nel 1827, e gli affreschi delle pareti furono coperti di stucco, perché le antiche pitture apparivano "annegrite dal tempo".

Furono gli stuccatori Gerolamo Rizza e Carlo Piazzoli nella prima metà del Settecento ad abbellire gli interni. Allievi dello stuccatore lombardo Giovan Battista Gianni, attivo in Abruzzo e a Penne, realizzarono decorazioni geometriche presso le cornici delle cappelle laterali, con due putti alati che suonano le trombe e motivi che riguardano i simboli della Chiesa. Le decorazioni si estendono anche alla volta centrale a crociera, entro le cui cornici sono affrescate scene della vita di Sant'Agostino.